La penna degli Altri 27/01/2014 17:15
Il punto del lunedì - Garanzini, Sconcerti, Mura, Cecchini, Dotto
Importante colpo esterno della Roma: il 3-1 a Verona contro l'Hellas permette di accorciare a -6 dalla Juventus capolista e allungare a +6 sul Napoli terzo. Nel segno, soprattutto, di uno Gervinho strepitoso.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
LA STAMPA - G. GARANZINI
Da otto a sei cambia abbastanza poco. Anche perché, già che ci siamo, i punti di vantaggio della Juve sulla Roma in pratica sono 7: i 6 riscontrabili in classifica, più il vantaggio nel computo dei confronti diretti in caso di arrivo in parità. È vero che la partita di ritorno è di là da venire. Mada quel che si è visto nella sfida di coppa Italia, con in campo Roma1 da una parte e Juve2 dall’altra, che i giallorossi capovolgano lo 0-3 dell’andata appare altamente improbabile. Quel che è cambiato, semmai, è che la Roma è tornata a crederci. Se i quattro pareggi consecutivi e poi la mazzata dell’Epifania sembravano averne ridimensionato le ambizioni, la grande settimana diGervinho le ha rivitalizzate. La freccia nera ha prima messo la firma sulla vittoria di coppa con quel gol capolavoro; poi ha trascinato i compagni oltre l’ostacolo Verona, grazie ai suoi strappi di ritmo che all’improvviso infiammano le cadenze sincopate del centrocampo. In mancanza di grandi attaccanti da area di rigore, Garcia si è inventato la cooperativa del gol. Ai piani alti della classifica cannonieri, infatti, di romanisti non c’è traccia: ma a quota 5 sono la bellezza di sei, Florenzi, Gervinho, Totti, Strootman, Llajic e Benatia. Non a caso la Roma è divertente da vedere per la sua imprevedibilità, per la capacità di supplire con il movimento e la fantasia alla mancanza di specialisti. (...)
CORRIERE DELLA SERA - M. SCONCERTI
(...) Gioca bene la Roma, più brillante adesso della Juve ma pur sempre a 6 punti di distanza. Segna con facilità ed è molto difficile anche solo tirarle in porta. Corre molto, ha qualità, sarebbe interessante vederla in campo internazionale perché ha davvero qualcosa di diverso. (...)
LA REPUBBLICA - G. MURA
Il settimana la Juve ha giocato due volte a Roma: con la Roma ha perso, con la Lazio ha pareggiato. Questo potrebbe indurre chi si appoggia solo ai numeri a diagnosticare un rallentamento della Juve, un momento di fastidio se non non di difficoltà. Di crisi, ovviamente, non è il caso di parlare, per una squadra che su 63 punti a disposizione ne fa 56. La Roma ha ribadito a Verona di essere l’unica a poter togliere alla Juve uno scudetto quasi vinto (...)
GAZZETTA DELLO SPORT - M. CECCHINI
(...) Pensandoci bene, i 6 punti di distacco tra le due duellanti potrebbero essere nulla se (appunto) lo scontro diretto del 5 gennaio fosse andato in un altro modo. Una vittoria giallorossa (+3, -3) avrebbe infatti azzerato tutto il vantaggio, regalandoci uno sprint lungo quasi quattro mesi. E’ un gioco, chiaro, ma divertiamoci a immaginare: se Ljajic sullo 0-0 avesse fatto gol in quel bel contropiede d’inizio partita, che cosa sarebbe successo? Bianconeri prevedibilmente furibondi, assalti all’arma bianca e praterie a disposizione del ghepardo Gervinho, con tutti i (tanti) rischi del caso. La parte fantastica, però, finisce qui, perché di concreto c’è una Roma forte e, in tanti momenti, persino bella come la capolista, quasi a dire: il primo aggancio è già avvenuto. D’altronde, i 6 capocannonieri giallorossi di campionato con 5 reti a testa, hanno il potere di formare una sorta di «patchwork» estetico che sa affascinare. Nel campionario dei goleador giallorossi adesso ci sono la forza di Benatia, la geometria di Strootman, la duttilità di Florenzi, la classe di Ljajic, la rapidità di Gervinho, l’immensità di Totti. Tutti utili «ghostbusters» alla caccia del fantasma bianconero. E se già la vittoria di Coppa Italia a spese della Juventus di scorta - andata in scena martedì scorso all’Olimpico - aveva un po’ appannato la gloria del 3-0 allo Juventus Stadium, adesso la forbice ridotta in classifica autorizza sogni finora impossibili, tipo quello di arrivare allo scontro diretto a maggio all’Olimpico a soli due punti di distanza dalla vetta. A quel punto l’operazione sorpasso non sarebbe più materiale letterario da mondi paralleli, ma il logico carburante di un’ambizione dai confini smisurati. Per questo, forse, il bello tra Juve e Roma deve ancora cominciare.
CORRIERE DELLO SPORT - G. DOTTO
Ci credono, eccome. Sono invasi dalla fiducia. E ancora di più dalla ferocia. Come si fa a non vincere lo scudetto con una squadra del genere e una storia così zeppa d’imprese? Se il destino è questo qui, odiosamente già segnato, c’è aria di ribellione a Trigoria. Un’aria tosta, il sangue alla testa. Pensate solo a come occupano il campo da Maicon a Gervinho, passando per Benatia, Castan, De Rossi e Strootman. E’ un’occupazione militare. Giallorosso dominante dentro una magnifica divisa. Il campo è nostro e tu, meschino, che ci provi a infiltrarti, ti tolgo il respiro, ti mangio fegato e milza. Questa è una grande squadra, da cima a fondo, un mosaico di personalità che sfiora il capolavoro. Il primo a crederci è Rudi Garcia. (...)