La penna degli Altri 15/01/2014 09:06
Cè prof Garcia: "La Roma? Bel gioco e psicologia"
IL NUMERO UNO - Dopo lallenamento (a cui i corsisti hanno assistito) e sotto lo sguardo vigile del d.s. Sabatini interrotto continuamente da telefonate di mercato i futuri allenatori hanno avuto con Garcia un dialogo schietto: loro chiedevano, lui rispondeva. E parlava, tanto, di tattica, aspetto che gli altri allenatori hanno spesso trascurato. Mazzarri, pare, per paura che di svelare troppo le sue idee e Benitez perché preferiva concentrarsi sugli aspetti manageriali imparati in Inghilterra. Panucci spiega a Sky: «Si è concesso parecchio ed è stato generoso dinformazioni», mentre un anonimo ha raccontato: «È ancora ossessionato dalla sconfitta con la Juve. Ci ripeteva che, se Ljajic avesse segnato in avvio, avremmo visto unaltra partita e un altro campionato».
IL TERZO DIFENSORE - Garcia ha raccontato come è nata e come gioca la sua Roma, si è soffermato sulla mobilità degli attaccanti («Non devono mai dare punti di riferimento, è stata la prima cosa che ho detto») e sul ruolo di De Rossi che, quando gli avversari hanno palla, diventa il terzo difensore. «Questa è la mia idea di difesa a 3», ha spiegato, aggiungendo che, secondo lui, in Italia chi gioca con i 3 poi difende sempre a 5.
IL POSSESSO PALLA - Altro aspetto che Garcia ha affrontato è stato quello del possesso palla: mai fine a se stesso. «Non bisogna solo tenere il pallone, bisogna sapere cosa farci», è il suo credo.Confortato anche dai numeri: secondo lOsservatorio calcio italiano, la Roma è infatti la squadra che nel girone dandata ha giocato più palloni (667 di media, +1,6% rispetto al Milan e +3,6% rispetto alla Juventus). Non solo: i giallorossi sono anche il secondo club per percentuale di pericolosità delle azioni (64,4%) e percentuale di conclusioni nello specchio (6,7%), mentre si piazzano al 3° posto per quanto riguarda il possesso, con 29 e 16 secondi. Numeri importanti, ma che da soli non bastano a spiegare ilmiglior girone dandata della storia romanista. Cè un altro aspetto fondamentale: il lavoro sulla testa. «Quando sono arrivato lambiente era a dir poco depresso ha ricordatoe per prima cosa ho dovuto ricostruire lautostima dei giocatori. Spesso capiterà anche a voi di doverlo fare, ma se riuscirete li porterete in poco tempo dalla vostra parte». Che ce labbia fatta è sotto gli occhi di tutti. Anche dei tecnici che hanno assistito allallenamento. Uno che Trigoria la conosce bene e che in giallorosso ha vinto uno scudetto, Cristiano Zanetti, dice: «Abbiamo capito che crede nella sua filosofia e che ha una curamaniacale dei dettagli». Sarà anche per questo che la lezione è durata solo unora. Ad attendere Garcia, nel suo ufficio, cerano le immagini e le statistiche del Livorno. Tutte, ovviamente, da studiare a fondo. Anche perchè la Roma ha fame, e lo dimostra anche Maicon, che ha detto: «Se vincessi il Mondiale, sarei a posto: Totti? Letà non conta: meriterebbe di andarci così come De Sanctis». Chissà che Prandelli non lo ascolti.