La penna degli Altri 27/01/2014 08:58
Roma, giochi riaperti
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Cronaca di un weekend quasi perfetto. La Roma di Garcia prende due punti a tutte le dirette antagoniste, continua a far sentire il suo peso specifico e riapre in qualche modo un campionato che sembrava già chiuso.
Non che i sei punti di ritardo dalla Juventus siano poca cosa, anzi, ma il segnale arrivato ieri da Verona è chiaro a tutti: la Roma c’è, ci crede ancora e lo farà fino in fondo. Giusto così, perché sei punti, con uno scontro diretto ancora da giocare, sono meno di quanto sembri. Diciamo che, come sempre quando si è costretti a inseguire, il futuro della Roma non dipenderà solo da lei: importante però sarà farsi trovare pronti qualora la capolista dovesse scivolare. Un ko (proprio contro la Roma) e un pareggio nelle ultime due partite della corazzata di Conte sono un bel toccasana per l’autostima di questa Roma, che ha ripreso a macinare e vinto in trasferta dopo quasi tre mesi di astinenza.
L’uomo della giornata è nemmeno a dirlo l’ivoriano Gervinho. Giocatore voluto fortemente da Garcia e tenuto in campo a volte contro tutto e tutti: ha avuto ragione lui un’altra volta. Assist decisivo dell’attaccante con le treccine sull’azione del gol che sblocca la Roma (accelerazione che lascia piantata la difesa del Verona) e bis nella ripresa con un gran gol, da bomber vero, che chiude di fatto la gara.
Al tecnico francese gira tutto a meraviglia, i cambi funzionano, l’arrivo di Nainggolan ha alzato di molto la media di un centrocampo già pazzesco e il temutissimo turn-over sta diventando, come deve essere in ogni grande squadra, una routine e non più un fatto anomalo, occasionale e a volte una tragedia. Se Totti si è accomodato per la seconda volta (in tre gare) in panchina, vuol dire che la stessa cosa può succedere a tutti gli altri: senza drammi. Tantopiù se quando il Capitano entra segna il gol della tranquillità.
Si può ruotare per consentire alla Roma di avere i giocatori giusti al posto giusto, nelle partite giuste. E finalmente c’è uno che decide, che non fa sconti e agisce per il bene del gruppo, senza farsi influenzare da vecchie dinamiche per certi versi normali all’interno di uno spogliatoio.
In chiusura una parola sulla direzione arbitrale. Il rigore concesso alla Roma (di quelli che ci possono stare ma che se te li danno contro ti imbufalisci), non solo molto probabilmente non avrebbe cambiato la dinamica di una gara di fatto già chiusa, ma soprattutto non rimette in paro nulla. È un «bonus» che alla Roma non serve e del quale avrebbe fatto volentieri a meno.