La penna degli Altri 17/12/2013 08:33
Roma, ride la Juve
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un pareggio che serve solo alla Juventus. La Roma torna da San Siro con un punto e una marea di rimpianti, perché non capiterà più di affrontare un Milan così a pezzi. Due gol incassati per la prima volta in stagione, ma soprattutto troppe occasioni sbagliate nell'area rossonera: quella cattiveria che spinge sempre la squadra di Conte oltre l'ostacolo è mancata ai ragazzi di Garcia, che ora si ritrovano a cinque punti di distanza dalla vetta, con il Napoli a -3 e la prospettiva di giocare con il Catania senza De Rossi e Strootman.
Doveva essere la serata di Totti ma alla fine ha prevalso la prudenza. Garcia non se l'è sentita di rischiare il capitano anche se non ha certo rinunciato alla qualità. Tutt'altro: Ljajic al posto dello «spompato» Florenzi e Destro centravanti. Scelta subito ripagata dal secondo gol in due gare del redivivo bomber marchigiano. E' stato Allegri a pensare di più agli equilibri, con una sorta di 4-4-2 dove Poli e Muntari dovevano raddoppiare sui pericolosi esterni romanisti. Mossa inefficace per una buona mezzora, visto che Gervinho & Co. sono andati a velocità doppia. Il Milan pieno di limiti ha provato ad affidarsi alla coppia Kakà-Balotelli, ma il brasiliano è la brutta copia del Pallone d'Oro che fu e Supermario pensa più a chiacchierare che al gioco. I consigli di Berlusconi sono serviti a poco.
È sembrata una partita sin troppo in discesa per l'armata di Garcia, al di là delle aspettative legittimate dai 19 punti di vantaggio in classifica. Un divario netto e confermato dalla gara di ieri, ma non dal puntegio. La Roma è sempre stata pericolosa quando è ripartita in velocità negli spazi lasciati dal MIlan. Ljajic, altra serata deludente per lui, e Gervinho non hanno capitalizzato le prime due chance, Destro sì al termine di una bellissima azione avviata da Dodò e rifinita da Ljajic e Strootman.
Il dominio giallorosso all'inizio è stato talmente netto che ha finito per togliere alla squadra di Garcia quel «killer instinct» decisivo per chiudere la partita. Errore fatale, punito dal pareggio di Zapata che ha sfruttato la prima dormita stagionale della difesa su calcio d'angolo.
La Roma poteva tornare subito avanti ma lo strano rimbalzo sulla linea dopo il tocco di Bradley ha «cacciato» la palla fuori. Poi Gervinho ha fatto il Gervinho, tutto perfetto ma si è perso sul più bello, e il Milan ha preso il coraggio necessario per arrivare all'intervallo sul pari, trascinata dai recuperi difensivi dell'eroe per caso Zapata. Garcia, invece, ha perso Castan per una brutta caduta sul fianco. E il Burdisso di oggi non è certo la stessa cosa.
Il Milan ha dovuto affidare i pali a Gabriel nella ripresa e proprio il portiere ha rispostato l'equilibrio della gara verso la Roma con la folle uscita e l'inevitabile fallo da rigore commesso su Gervinho, stavolta sulla linea dell'area e non fuori come quello con l'Inter. Il superlativo Strootman non ha fatto rimpiangere Totti dal dischetto e il momento del capitano è arrivato a mezz'ora dalla fine, quella che secondo Garcia ha nelle gambe dopo due mesi di stop. Dall'altra parte Allegri si è giocato la carta Matri (non pervenuto) al posto di Poli per dare una mano al nervoso Balotelli. Le occasioni più ghiotte, però, sono arrivate sempre nell'altra area, ma Gervinho e Bradley non l'hanno finalizzate.
E come nel primo tempo, la legge del calcio ha imposto il pareggio al quale il Milan, e Allegri espulso, non credevano più. E' stato Dodò, uno dei migliori fin lì, a perdersi Muntari che ha scritto per la prima volta il «2» nella casella dei gol incassati dalla Roma. Ma pesano molto di più sul risultato la valanga di occasioni divorate, dai giallorossi, vedi il finale all'assalto con l'ultima palla calciata da Gervinho a lato. L'ivoriano, si sa, fa tutto alla grande tranne segnare. E pensare che poco prima Balotelli poteva regalare al Milan la vittoria nel giorno del suo 114° compleanno. Sarebbe stato davvero troppo. Ma la Roma torna a Trigoria senza sorridere e con tanta rabbia in corpo.