La penna degli Altri 15/12/2013 09:32

Milan-Roma, Diavolo che ricordi

Sono le punizioni strepitose di quest’ultimo che lasciano allibito Dida in una finale comunque persa di Coppa Italia e le corna di Cassano a Rosetti nel corso della stessa partita. Sono Berlusconi, Galliani e tutto il loro entourage football-televisivo in tribuna d’onore e quella squadra della Capitale (quella vera, non quella economica, come dicono loro) che si diverte a mandargli spesso di traverso il pranzo o la cena. È Luther Blisset nel Milan e Roberto Pruzzo nella Roma, ma anche Gianni Rivera e Ciccio Cordova, Paolo Maldini e Francesco Rocca, gli olandesi Rijkaard-Gullit-Van Basten e i brasiliani Falçao e Cerezo, che forse in due riuscivano a valere quanto loro tre tutti insieme. È Agostino che lascia la Roma e finisce proprio al Milan e infine, ma non per certo per ultimo, anzi per primo, è Nils Liedholm.

Il motivo per cui “Diba” andò proprio a Milanello dopo aver salutato Trigoria e l’uomo che più di ogni altro ha saputo sdrammatizzare il calcio senza ridurlo a macchietta, ma facendolo vivere per quello che è: lo sport più bello del mondo e quello più seguito da tutti perché ha delle regole così semplici che anche i bambini di cinque anni riescono a capirle al volo. Senza odii rancorosi, ma con la semplicità delle battute e l’eleganza e il rispetto nei confronti degli avversari, mai nemici da abbattere ad ogni costo, ma solo da sconfiggere sul campo. E poi il Barone svedese è stato Milan-Roma. I rossoneri lo hanno portato in Italia quando ancora era un giovane calciatore in cerca di quella gloria che trovò proprio nel nostro Paese. I giallorossi lo hanno fatto diventare uno degli allenatori più ammirati, rispettati e idolatrati del nostro calcio. Alla Roma arrivò nel campionato 1973-74 e poi c’è stato in quattro diversi periodi della sua carriera, nei quali ha stabilito il record di presenze in panchina per un allenatore giallorosso: 324 gare. Anche grazie ad esse proprio lui è diventato il mister più vincente della storia romanista, nel corso della quale ha sollevato quattro trofei (tre coppe Italia e l’indimenticabile scudetto del 1983) e stabilito il record della Roma meno battuta in un campionato. Ci riferiamo a quello del secondo posto per colpa di Turone (il gol era buono, ribadiamolo sempre, che non guasta mai) del 1980-81, nel quale perse appena due partite (4- 0 a e 1-0 a Cagliari). Solo la Roma di Capello 2001-02 ha saputo fare altrettanto (2-0 a Piacenza, 3-1 a Milano con l’Inter). Liedholm è anche stato l’allenatore che ha guidato la Roma con la difesa meno battuta della storia (appena 15 gol al passivo nel 1974-75) e quello della squadra giallorossa rimasta più a lungo imbattuta (30 gare consecutive, dalla nona giornata del campionato 1980- 81 all’ottava di quello seguente). Insieme a Capello, poi, è stato anche l’allenatore romanista più longevo, essendo entrambi rimasti in panchina per cinque stagioni consecutive. Fatalità sia l’uno che l’altro sono stati anche campioni nel Milan, sia da giocatori che da allenatori. Anzi, con Liedholm in panchina Capello fu tra i titolari del Milan che vinse lo scudetto della stella nel 1979 dopo che, con il Barone in campo, ne aveva fatti suoi parecchi nei decenni precedenti. E Capello, ancora oggi, dice spesso che Liedholm è stato il suo principale maestro, anche se poi fu proprio lui a sostituirlo nelle ultime sei partite del campionato 1986-87, dopo che il “Berlusca” esonerò lo svedese. Insomma, un intreccio di destini che ha unito e diviso i due e che li ha portati a legarsi alle due squadre che si affronteranno lunedì sera, delle quali sono stati calciatori e allenatori (Liedholm nel Milan, Capello nella Roma) e che hanno portato al successo. Insieme a tantissimi altri doppi ex come, ad esempio, Pierino Prati e il compianto Aldo Maldera, la cui carriera potrete riammirare se avrete la voglia di andare a vedere due tra i migliori siti di calcio che esistono sul web: asromaultras.org e magliarossonera.it. I complimenti a chi li ha creati sono d’obbligo.