La penna degli Altri 23/12/2013 08:35
Gervinho segna solo quando si sbaglia e fa linchino alla curva
L'ironia estiva passata tra un divulgato scetticismo e simpatici fotomontaggi con le treccine divulgati sul web hanno fatto in fretta a trasformarsi nell'esaltazione di un giocatore diventato pedina fondamentale nel nuovo corso. Anche l'allenatore francese, che lo aveva richiesto fortemente durante la costruzione della sua nuova Roma, non pensava probabilmente di registrare un impatto simile.
Ieri all'Olimpico l'ivoriano ha siglato il suo quarto gol stagionale, dividendo la palma di capocannoniere della squadra insieme a Benatia, Florenzi e Strootman. Una rete rocambolesca e fortunosa, che in qualche modo racchiude il suo modo di giocare a calcio: l'Olimpico lo acclama quando a testa bassa mette il turbo contro le difese avversarie, non riesce a prendersela se gli accade di fallire occasioni clamorose a pochi passi dal portiere, regalando applausi a chi, in ogni modo, potrebbe comunque risolverti la partita.
L'ivoriano è una spina nel fianco per chi lo affronta, ha il più alto numero di rigori procurati e gode di un rispetto molto alto all'interno dello spogliatoio. Dopo la carambola di ieri, Totti lo ha abbracciato sorridendo, mentre le telecamere riprendevano lo stesso epilogo sull'intera panchina giallorossa a partire proprio da Garcia. Gervinho ha concesso un inchino verso la curva Sud, quasi per scusarsi delle tante occasioni gettate al vento. Poi il sorriso a fine gara: «Sono contento della mia stagione finora, così come quella della squadra. Se battiamo la Juve puntiamo allo scudetto e blindiamo il piazzamento in Champions». Rapido e diretto, proprio come è in campo.