La penna degli Altri 05/11/2013 08:28

Senza Totti è un'altra Roma

UN PO’ DI STORIA - Il direttore dell’orchestra d’attacco ed egli stesso realizzatore scelto, rimanda con la memoria alle prime immagini sfocate di leggendarie edizioni della Coppa dei Campioni quando i bianchi del Real Madrid dominavano il mondo calcistico. Alfredo Di Stefano era un nove che aveva in sè anche il dieci e tanti altri numeri. Sì, proprio come il capitano giallorosso. Di Stefano arretrava centralmente e mandava in gol Gento, Kopa, e lo stesso Puskas che teoricamente giocava un po’ dietro di lui. Ma chiedendo lo scambio e appoggiandosi sulle velocissime ali, andava poi egli stesso a concludere con effetti mortiferi per gli avversari. Prima di Di Stefano i finti nove si ricordano più per narrazioni tramandate che per immagini o ricordi personali. fanno parte di questa schiera sicuramente Hidegkuti, l’ungherese della mitica Honved e il brasiliano Ademir negli Anni Cinquanta. Mezz’ala, ma con attitudini e peso specifico simile vengono attribuiti anche a Valentino Mazzola, ispiratore delle manovre offensive del grande Torino. Con caratteristiche tecniche e atletiche diverse da , riallacciando un po i fili del tempo, negli anni Settanta troviamo il grande Johan Cruyff, attaccante a tutto campo di un’Olanda rivoluzionaria sotto il profilo tattico. (...)