La penna degli Altri 26/11/2013 10:52

Niente corsie preferenziali sui nuovi stadi

Le assicurazioni del premier Enrico Letta al Consiglio nazionale del Coni, quelle del vicepremier Angelino Alfano all’assemblea della Lega di Serie A e le tante altre di questi giorni si sono arenate sul muro del Parlamento. La Commissione bilancio del Senato ieri ha deciso che l’emendamento (quello di «mediazione » riscritto dal ministro con delega allo sport Graziano Delrio) fosse spacchettato. Nella legge di stabilità restano solo i fondi (che diventano di garanzia) sbloccati dai fondi del Credito sportivo (10 milioni per il 2014, 15 per l’anno successivo e 20 per il 2016), serviranno amettere in sicurezza o ristrutturare impianti già esistenti, il resto del testo è stato stralciato. E per i nuovi impianti da fare per adeguare l’Italia al resto d’Europa? Si tornerà a parlarne alla Camera.

Resta fiducioso Solo il premier Enrico Letta, mentre il mondo dello sport continua a premere e il presidente del Coni Malagò spera che la situazione «possa sbloccarsi», resta fiducioso nell’approvazione di un testo in tempi brevi. «Ci sarà una discussione sui testi, ognuno potrà portare un contributo, l’importante è che si arrivi a conclusione e sono convinto che si terrà conto di tutte le esigenze, a partire da quelle ambientali per evitare cementificazioni che non sono il nostro obiettivo», ha detto in un’intervista a Raisport. Il sottosegretario Legnini ha spiegato cosa accadrà uscendo dalla riunione della Commissione: «La questione sarà affrontata alla Camera». Soddisfatti molti dei suoi colleghi di partito. «Saggia la decisione della commissione Bilancio del Senato di stralciare la parte più controversa dell’emendamento sugli stadi», ha detto infatti Roberto Morassut (Pd) e Stefano Vaccari (Pd) della Commissione ambiente aggiunge: «Abbiamo impedito una scelta incomprensibile».

La fiducia Ieri il Governo ha chiesto di porre la fiducia sulla legge di stabilità al Senato. Quindi il testo sarà blindato, anche se la questione stadi tornerà ad affacciarsi alla Camera, è molto difficile che si possa tornare a inserire nel testo di nuovo l’accelerazione sui tempi di approvazione dell’iter per la costruzione di nuovi impianti. L’idea sarebbe quella di inserirla in una più ampia discussione sulla riqualificazione del territorio.