La penna degli Altri 06/11/2013 08:44

Burdisso e Castan, per la difesa è il ritorno al passato



DESTINI DIVERSI


Sono loro due a scendere in campo nell’esordio del tecnico massese (Sampdoria-Roma, 10 febbraio) ed è sempre il duo sudamericano a chiudere la stagione il 26 maggio in coppa Italia. Delle 14 partite giocate dalla Roma targata Andreazzoli, ben 11 volte i giallorossi lo hanno fatto con Burdisso e centrali difensivi. Coppia inscindibile in campo che si è separata con l’arrivo di
(e
) anche se, almeno inizialmente, i loro destini sembravano ancora una volta uniti. La scorsa estate, infatti, sia il brasiliano che l’argentino sono stati in procinto di partire. A Nicolas è stato prospettato un ritorno in Argentina mentre per si è attesa (invano) qualche sirena spagnola prima che il tecnico decidesse di puntare con convinzione su di lui. Burdisso è così caduto nel dimenticatoio, rispolverato ora che i cartellini gialli iniziano a pesare. Come al solito, il «Bandito» non si è fatto trovare impreparato. Attento, scrupoloso, professionista esemplare, mai una parola di troppo o fuori luogo, a Torino ha giocato una partita giudiziosa, da leader. In questi ultimi mesi, seppur in panchina, è rimasto tale, anche se più silenzioso essendo rimasto un po’ spiazzato dal letargo forzato nel quale è finito. Ora ha l’occasione di scendere in campo per la seconda gara consecutiva. Ritrova (che ieri ha festeggiato 27 anni ed è stato omaggiato dal Corinthians
- «Grazie, hai fatto la storia» - e dal Flamengo: «Auguri fratello, spero che un giorno tornerai a giocare in un Brasile più importante») ma c’è da scommettere che nemmeno per un secondo i due penseranno allo scorso anno.



UNA ROMA NUOVA


Del resto quella di oggi è una Roma diversa, prima in classifica, convinta dei propri mezzi e con calciatori nuovi o rigenerati. Un esempio su tutti, è (che a Torino ha concluso la gara da centrale difensivo, ipotesi certamente remota da tenere però sempre in considerazione) che ora agisce davanti alla difesa e coadiuvato da
è tornato una diga difficile da superare. La squadra poi, gioca compatta, non attua il fuorigioco e raramente si allunga prestando il fianco alle ripartenze avversarie. I due gol subiti in 11 partite sono lì a dimostrarlo.