La penna degli Altri 08/11/2013 09:32

Antei-Florenzi, un sogno per due

Dopo lo scudetto si dà per certo che loro, al pari di Montini, Caprari e Viviani faranno almeno il ritiro con Luis Enrique. Invece dalla lista per Riscone restano clamorosamente fuori il capitano e il bomber della Primavera tricolore: non ne fa un dramma, anzi. Che il suo futuro possa essere a breve in Serie A non lo prevede nessuno, tantomeno lui. Antei, nonostante il ritiro con Luis Enrique («che s’incazzava quando buttavamo via il pallone, ma di schemi difensivi non ce ne ha mai fatti provare», raccontava), finisce in prestito al Grosseto con una precipitosa trattativa iniziata e finita l’ultimo giorno di mercato. A Luca la notizia arriva mentre è in macchina con per raggiungere il raduno dell’Under 21. È la prima convocazione per entrambi, ma mentre sfiorerà il titolo Europeo in Israele, Antei arriverà a pensare di aver chiuso con l’azzurro nei lunghi mesi di riabilitazione dopo il brutto infortunio al ginocchio rimediato all’ultima di campionato con il Grosseto. Torna in campo solo a gennaio 2013, un paio di partite con la Primavera per riprendere il ritmo partita, poi la partenza per Sassuolo: trovare spazio è durissima, Di Francesco lo manda spesso in tribuna (ma commisionandogli relazioni tattiche «perché da lassù puoi vedere cose che io non vedo»), però alla fine tocca a lui giocare dal primo minuto lo scontro promozione con il Livorno e la festa per la Serie A fa passare in secondo piano pure il doppio giallo con cui lascia la squadra in dieci a inizio ripresa. Il Sassuolo in estate riscatta la metà del suo cartellino (che adesso è in compropietà fra gli emiliani e la Roma), sembra tutto fatto per il suo passaggio in prestito al Novara e invece la società blocca tutto e lo trattiene. «Mi sa che pure quest’anno starò a guardare...», confida Luca agli amici nel pieno di un avvio di stagione da incubo per la squadra di Di Francesco. Intano, però, Di Biagio lo riporta in Under 21: «È un ragazzo intelligente dentro e fuori dal campo - ha detto ieri il ct -. Se trova continuità, diventa un grande giocatore. Può guidare la linea difensiva come un leader». Come ha fatto a Genk, nella notte eroica degli azzurrino contro il Belgio, con tanto di salvataggio in rovesciata a due passi dalla linea di porta, sotto gli occhi di un incredulo Bardi. E come ha fatto con il , seconda da titolare dopo il buon esordio contro il : se il Sassuolo ha vinto la sua prima partita in A, lo deve a al suo salvataggio sulla linea a battuto. Da allora non è più uscito e con ogni probabilità non lo farà neanche domenica all’Olimpico contro l’amico , che giocando a sinistra, dovrebbe trovarsi a passare proprio dalle sue parti. Conoscendoli, è difficile pensare che stringendosi la mano non si lascino sfuggire una risata, ricordando i tempi in cui si chiedevano se davvero ce l’avrebbero fatta a giocare in uno stadio di Serie A.