La penna degli Altri 25/11/2013 09:15
Amadei campione per sempre
E poco più di un galoppo di trenta minuti per tempo, ma è il segnale della considerazione con cui il giovanissimo attaccane viene seguito. Le sorprese, comunque, non sono finite e il 2 maggio 1937 Amedeo completa unascesa che probabilmente non ha riscontri nella storia del calcio mondiale debuttando in serie A, con la maglia giallorossa, a 15 anni, 9 mesi e 13 giorni. Si tratta, come abbiamo detto, di un record assoluto che solo Gianni Rivera è riuscito ad insidiare (piazzandosi in questa graduatoria al secondo posto assoluto) e di cui Amadei andava, giustamente, molto fiero. Nel finale di stagione il ragazzo venne utilizzato più volte. Il 9 maggio, controla Lucchese, timbra un nuovo record immortale. Il gol contro la Lucchese lo fa diventare il goleador più giovane della storia del nostro calcio. Arrivano anche i traguardi di squadra. Il 30 maggio, vincendo a Milano contro lAmbrosiana, i giallo-rossi conquistano laccesso alla finale di Coppa Italia. Il premio partita per quellimpresa è di 1200 lire. Amedeo torna a casa, a Frascati e con le banconote da 100 lire che gli sono appena stati consegnati, copre tutto il tavolo della cucina. La Coppa Italia finirà al Genoa, ma la carriera della giovane ala destra (questa era la posizione in cui viene inizialmente utilizzato) è partita nel migliore dei modi. Allinizio della nuova stagione torna in forza alla Roma II (il 15 settembre 1937, ad esempio, è in campo controla Materdegli ex Preti e Celestini), ma colleziona comunque altre tre presenze nella massima serie. Nella stagione 1938/39, nellambito delloperazione che portò Bonomi a trasferirsi in giallorosso, venne girato in prestito allAtalanta. Ingaggio per il calciatore 1800 lire, più un compenso mensile di 1500 lire. Sotto la guida tecnica di Imre Senkey, Amedeo disputa 33 partite segnando 4 gol. I nerazzurri sfiorano la promozione in A che svanisce, nellultima giornata di campionato solo per la differenza reti (1.69 del Venezia contro 1.65 bergamasco). Al termine di quellannata così incoraggiante lAtalanta cercò di trattenere il talentuoso attaccante. Fortunatamente, però, nel summit di mercato organizzato allHotel Atlantico, laccordo non venne trovato. La Roma per uscire dallimbarazzo sparò una cifra impossibile: 125.000 lire e la trattativa morì sul nascere. Tornato nella capitale Amadei vive unaltra annata interlocutoria per poi esplodere, definitivamente, nella stagione 1940/41 quando sigla 18 gol in 30 partite firmando in pratica da solo lavventurosa salvezza centrata dai giallorossi. Siamo alla vigilia di un torneo, quello 1941/42, che ha regalato a unintera generazione di romanisti, quella dei fondatori, la gioia dello scudetto. Guidati dallesperto Alfred Schaffer e grazie a un mix fantastico di esperienza (Masetti, Donati, Mornese, Borsetti, Cappellini, Brunella, Pantò, Bonomi ecc ) e gioventù (Amadei, Krieziu, Coscia, Andreoli, Nobile, Jacobini ecc ), gli uomini del presidente Bazzini conquistano un insperato quanto meritato trionfo. Per lItalia (ormai precipitata negli anni più duri del conflitto mondiale) e perla Roma, sta però per iniziare un autentico calvario. Lultima fiammata arriva con laccesso alla semifinale di Coppa Italia contro il Torino di capitan Valentino Mazzola. Il 23 maggio 1943, durante la gara disputata a Torino, si accende un parapiglia. Mornese e Ferraris II vengono espulsi, e quando larbitro Massironi si reca a parlare con il guardalinee Massironi, questo viene colpito alle spalle da un calcio. Larbitro, alla ricerca di un capro espiatorio, espelle linnocente Amadei. Si mette a questo punto in moto un meccanismo perverso.
Su Amadei, astro del calcio italiano, vengono fatte enormi pressioni. Convocato alla presenza delle autorità della Federazione e del partito gli viene chiesto di fare un nome, quello di un colpevole qualsiasi, per toglierci dimpaccio. Amadei si rifiuta e va incontro a un destino durissimo. Dopo mesi di confuse inchieste, di rinvii e di archiviazioni promesse a mezza bocca, a gennaio del 1944, arriva il verdetto di squalifica a vita. La Roma ad aprile completa un esposto che appellandosi allarticolo 16 chiede di tenere conto che vista la situazione di guerra la Società non aveva potuto trasmettere tutti gli atti di difesa del proprio tesserato. Si chiede di sospendere la pena. Per Amadei, che ha avuto il forno bombardato ed è appena diventato padre, è un momento drammatico. Unamnistia gli renderà il diritto di giocare e nel dopoguerra, fino al 1948, sarà la guida e il capitano della sua Roma. Roma che sarà poi costretta a cederlo per risanare il bilancio e continuare a vivere. Lui si trasferirà allInter mettendo però in chiaro che non avrebbe mai giocato contro la Roma in una eventuale gara decisiva per la salvezza dei giallorossi. Negli ultimi anni arrivano la gioia della maglia azzurra, ancora valanghe di gol nel Napoli e unelezione a sindaco di Roma sfiorata 17.231 voti ottenuti da candidato indipendente. Solo il sindaco Rebecchini sarà in grado di superarlo. Una volta appese la scarpe al chiodo la carriera da allenatore con la conquista del seminatore doro. Sacerdoti e Viola, in epoche diverse, tentarono di riportarlo alla Roma, con operazioni fallite per diverse contingenze ma Amedeo Amadei, lottavo Re di Roma, non ha mai smesso di regnare nel cuore dei tifosi giallorossi.