La penna degli Altri 28/10/2013 09:22
Una banda di eroi all'appuntamento con la stratosfera
Ero pronto a osannare la faccia da Far West di Daniele De Rossi, che ha deciso di fare di questa Roma la sua epica privata. E dissolvere incrociato prima sul muso di Strootman, muso da lupo vero, e poi sui piedi di Pjanic rubati nottetempo a qualche fata. Ero pronto a dichiarare tutto il mio stupore per la personalità di Liajic, fino a ieri sera immaginato come un putto di talento, ma un po fragile, incostante e capriccioso. E trovarlo, invece, leader vero in campo, insospettabile, a cercare palla dove ci sono amici e a strapparla dove ci sono nemici. Lui come Pjanic, in dolby surround, da quando non cè il Capitano. (...)
Intanto, ha un presente. Un presente così grande che ci scappa dalle mani e, non trovando più le parole, ci sfoghiamo con i numeri. Insomma, ero già lì a certificare che questa Roma esiste anche senza Totti, perché il suo cuore è caldo e la sua testa è lucida. Come quella dellamericano. Ero già pronto a cestinare tutto e a dichiarare la mia passione barra ammirazione per Michael Bradley, uno che qualunque allenatore sano di mente vorrebbe portarsi a casa e chiuderlo in cassaforte per non farselo rapire. (...)
Ero pronto a improvvisare un inno per Balzaretti, che quasi perde una gamba nello scaraventarsi in una mischia, e una strofa per De Sanctis, lunico portiere quasi illibato dEuropa, a partire da quel salto folle che gli scappa al gol di Bradley e poi quando strappa quasi da epilettico la rete del recinto romanista.
Ero pronto, ma poi, a fine partita, ho visto in sequenza prima la faccia di Allegri e poi quella di Garcia. Ho sentito il primo biascicare, piagnucolare, non aver nulla da dire e quel nulla dirlo male. Ho visto e sentito il secondo, Rudi. Locchio lustro. Smagrito. Visibilmente consumato da qualcosa che sta diventando troppo grande anche per lui, ma la voce ferma e il pensiero limpido. Ho pensato che avremmo potuto avere il primo invece del secondo sulla panchina della Roma e ho cominciato a ridere. E non mi sono fermato più.