La penna degli Altri 09/10/2013 09:43
Totti e la Nazionale: il cucchiaio, la Coppa e ancora non è finita
LEZIONI - Totti fece un passo, due, tre e non cambiò idea. Il pallone viaggiò al di sopra di Van der Sar per quanto era lungo. LItalia andò alla finale e perse il titolo europeo contro la Francia. Sullultima azione, quella dellultimo gol, strapparono il pallone proprio a Totti che cercava di impastarlo nella piazzola del calcio dangolo dallaltra parte del campo. Nessuno gliene fece una colpa.
Era il 2000, Totti era giovane e comunque più tardi imparò a incatenare le partite alla bandierina. Non ha procurato pochi punti alla sua Roma con tale gioco di prestigio. Quella fu la sua prima vera Nazionale (anche se lesordio assoluto risale allautunno del 1998) e se la storia fosse cominciata con un titolo non ci sarebbe stato nulla da dire. Cominciò con un secondo posto e non cè nulla da dire lo stesso. Il selezionatore era Dino Zoff, che spesso lo faceva giocare e talvolta no, per insegnargli lumiltà. Adesso non cè più bisogno di lezioni. Totti ha imparato quello che cera da imparare e a 37 anni ciò che non gli si è ancora impresso nellanima non lo marchierà più.
TENTAZIONI - Cesare Prandelli, suo allenatore per poche mattine alla Roma, avrebbe voglia di chiamarlo dopo sei anni di assenza da una parte, di non illuderlo e di non illudersi dallaltra [...]. Dopo Zoff ebbe Giovanni Trapattoni, sapiente di calcio quanto bastava per capire che bisognava dare ascolto allistinto del giocatore [...]. Poi un arbitro chiamato Moreno prese il centro del palcoscenico. Fu perfetta ingiustizia lespulsione di Totti contro la Corea del Sud per una simulazione inesistente, fu perfetta stoltezza da parte di Totti nellEuropeo successivo sputare su un brocco danese che gli passeggiava sui piedi dallinizio della partita.
IL SEGNO - Crescita, caduta, riscatto. La sceneggiatura delle vicende di Totti in Nazionale è senza macchia. Arriva Marcello Lippi, un Totti ormai maturo marcia sui sentieri tracciati dalla spettacolare Roma di Spalletti. Richard Vanigli lo abbatte, lui si rialza con la determinazione che da quel momento non lo abbandonerà più. Riesce a giocare quel Mondiale, ed è una prodezza. Non è pronto, ed è il segno del fuoriclasse quel rigore infilato nei minuti extra contro lAustralia. Nessuno voleva tirare perché il pallone era una sfera di piombo. In finale Totti è distrutto, eppure la Francia tiene tre centrocampisti a fare la guardia finché lui non esce. Si vede diventare campione del mondo dal ciglio del campo. Non ci fosse mai riuscito, sarebbe stata una crepa strutturale nelluniverso del calcio.