La penna degli Altri 14/10/2013 09:49

Stagliano: «L'Olimpico non rischia»

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «In caso di cori di discriminazione territoriale contro il , la Roma non andrebbe incontro alla chiusura totale dello stadio». E la ferma convinzione dell’avvocato Mario Stagliano, ex vice capo indagini della Figc e, ovviamente, grande esperto di diritto sportivo. Stagliano, intervenuto ai microfoni di Rete Sport all’interno della trasmissione "La domenica del Romanista" ha fatto il punto sul caso della settimana.

Cosa è la discriminazione territoriale e che differenza c’è, in termini di giustizia sportiva, con la discriminazione razziale?

Beh, la discriminazione territoriale, come abbiamo appreso tutti quanti in questi giorni sostanzialmente è la manifestazione del pensiero che in qualche modo offende un intero territorio, un’intera à o regione. Si differenzia dalla discriminazione razziale perché nell’altro caso è un’offesa nel cercare di deteriorare la posizione di persone che hanno la pelle di colore diverso rispetto alla nostra. Mentre l’una, la seconda, è recepita universalmente per quello che riguarda l’ambito prettamente sportivo, la prima quella territoriale è recepita in ambito federcalcio e in poche altre situazioni. Anche se poi l’interpretazione del diritto sportivo è una delle cose meno sicure che esistono nel nostro Paese. Per cui, quando Platini dice che non esiste la discriminazione territoriale in ambio Uefa è in palese contraddizione con la sanzione che ha recentemente colpito la Lazio con la chiusura dello stadio per un turno di gara, perché il coro che era partito dalla curva nord era chiaramente di discriminazione territoriale.

Quindi? Ha ragione Platini o i vertici della Federcalcio che dicono di essersi semplicemente adeguati a quello che dice la Uefa?

Non ha ragione nessuno. Come al solito avviene nell’ambito del diritto sportivo. La federcalcio, sulle polemiche nate a seguito dei cori di Milan-Roma con la sospensione della gara da parte dell’arbitro Rocchi e poi la mancata applicazione della dello stadio peché il giudice Tosel all’epoca si limitò ad applicare le norme esistenti, su quell’onda emotiva nell’agosto di quest’anno ha modificato la norma. La direttiva Uefa è stata recepita integralmente con l’automatismo delle sanzioni. E siccome, per quanto riguardava la Federazione Italiana Gioco Calcio, la norma prevedeva come violazione anche quella della discriminazione teritoriale, le sanzioni sono diventate automatiche anche per la discriminazione territoriale. Ma, ripeto, siccome le norme poi devono essere applicate dai giudici ed interpretate, possono anche contenere la discriminazione territoriale laddove non espressamente prevista. Come successo recentemente in ambito Uefa.

Qualora venerdì si sentissero dei cori a sfondo di discriminazione territoriale, cosa rischia la Roma?

Va premesso che sono convinto che la norma sta per cambiare, come visto da quella pilatesca sentenza di qualche giorno fa o comunque da quel provvedimento interlocutorio emesso da parte della corte di giustizia federale che ha deciso di non decidere rinviando sostanzialmente al legislatore cioè al consiglio federale la modifica della norma. Ciò detto, a prescindere dalla certezza che io ho che la norma verrà modificata a breve, avete pubblicato voi una mia dichiarazione di qualche giorno fa: io sono e resto convinto che comunque in caso di cori di discriminazione territoriale con la vigenza dell’attuale norma la Roma non andrebbe incontro alla chiusura totale dello stadio perché la prima sanzione gli è stata comminata sotto la vigenza della vecchia norma, quella che non prevedeva l’automatismo delle sanzioni. E siccome l’automatismo delle sanzioni scatta solo da agosto cioè dall’inizio di questo campionato, secondo me quella sarebbe la prima infrazione della Roma, e quindi in caso di coro di discriminazione territoriale andrebbe incontro alla chiusura del settore che si sarebbe reso responsabile di quel coro. E’ una mia opinione che ho visto non essere confortata da nessuno. Ma, se le norme vanno interpretate, credo che vadano interpretate anche in maniera corretta e secondo quelli che sono i principi di diritto.

Quindi, visto che la Roma ha già scontato col Verona... si riparte da zero?

A mio parere sì. Poi se si decide di squalificare il campo perché il coro è particolarmente odioso o la partecipazione è eccessivamente numerosa, peggio ancora. Ove si sentisse in televsione, allora la chiusura del campo sarebbe totale, ma non in applicazione della norma, ma in applicazione del principio dell’emergenza. Che è quello che regola tutto il nostro Paese e il calcio in una maniera terrificante. Torno alla sentenza dell’altro giorno. La corte di giustizia federale, tra le altre cose, dice che questo coro è stato percepito solamente da un rappresentante della procura federale, che gli altri non hanno sentito, e che quindi vuole ulteriori approfondimenti. Non mi pare che sia stato fatto lo stesso discorso quando alla Roma è stata chiusa la dopo
. Quel coro venne sentito solo dal rappresentate della procura federale, non se ne accorsero gli altri rappresentati in campo. Non se ne accorsero i cinque arbitri, in particolare l’arbitro di porta che era sotto la . Lo sentì solo quel rappresentante della procura federale. E siccome i rappresentanti non vanno in giro a inventarsi cose che non sono succese, se le scrivono vuol dire che sono successe, non mi pare che in quel caso la corte di giustizia quando la Roma presentò il suo ricorso chiese di fare ulteriori approfondimenti.