La penna degli Altri 28/10/2013 09:26
Roma 9 in storia
Grazie, Maicon LUdinese ha spaventato la capolista, ma con luomo in più, ha peccato di esagerata umiltà, coccolandosi il punto a portata di mano, invece di dannarsi per triplicarlo. Al contrario, la Roma è stata frustata dallinferiorità e ha ritrovato nella coda del match la cattiveria agonistica delle partite precedenti, che nellinizio pigro del match non si era vista. Paradossalmente la follia di Maicon ha fatto meglio alla Roma che allUdinese. Esemplare la trasformazione di Ljajic: putto effimero nel primo tempo, insospettabile combattente nella fine. Questa Roma rende virtuosi per contagio. E finché la sorte la bacia così platealmente, come può non sognare il massimo?
Udine bella Il 4321 di Guidolin è sensato: difesa a 4 per coprire meglio le fasce, riserva di caccia di Garcia. Due trequartisti (Pereyra, Muriel) tra la mediana e Di Natale, per creare densità in copertura e, soprattutto, per cercare il 3 contro 3 in ripartenze lampo. Lidea rischia di fruttare già al 3, quando Muriel cavalca a destra, nella prateria scoperta da Balzaretti e Castan, e centra il palo più lontano. Lo stesso Muriel al 38 detta splendidamente per Gabriel Silva che simbuca sulla fascia opposta e scavalca De Sanctis con un colpo sotto. La prodigiosa rovesciata liberatoria di Castan sulla linea di porta vale un gol. Bastano questi due episodi per spiegarvi come nel primo tempo una buona Udinese abbia strappato al nemico larma della ripartenza e abbia creato i pericoli maggiori, forte soprattutto nelle sgommate di Muriel, poco assistito da Di Natale.
Solo Pjanic Alle difficoltà tattiche create da Guidolin, la Roma ci mette di suo lapproccio più pigro della stagione. Era da mettere in preventivo che 8 vittorie riempissero un po la pancia e annacquassero le motivazioni. I tanti appoggi sbagliati, anche elementari, rendono lidea. Tipo il rinvio corto di De Sanctis che porta al tiro fiacco di DiNatale (19). E poi le assenze, chiaro. Gervinho non ha passato a Ljajic il know how per attaccare la profondità. Il giovane serbo viene incontro, non scappa; cerca il dialogo, non la fuga. E unaltra cosa. E siccome Florenzi è pallido, oggi alla Roma manca corsa e lunghezza. Pjanic, il migliore, ha invece la delega di Totti per ideare in verticale, ma lo fa quasi sempre per cercare Borriello, ben controllato. Senza corsa, senza Totti che svuota larea a favore degli incursori, è una Roma più prevedibile. Infatti il primo tiro nello specchio arriva solo al 35.
Roma in 10 Nella ripresa Garcia cerca la profondità con Marquinho per Florenzi, ma al 21 un fallo folle di Maicon, già ammonito, nella trequarti avversaria, lascia in dieci la truppa. La sostituzione di Pjanic e Borriello con Torosidis e Bradley sembra un ordine di ripiego, la strombettata della ritirata a protezione del punticino. Giusto togliere Pjanic, il migliore trampolino di ripartenze, il più pericoloso da lontano, ora che, in inferiorità, cè da cercare la porta da lontano? Mentre storciamo il naso, il 441 tosto di Garcia lotta con nuovo spirito, senza perdere centimetri. LUdinese invece, nonostante i messaggi di Guidolin (la spinta di Basta per Heurtaux), sbaglia ad accontentarsi e paga caro. De Rossi e Strootman spaccano il campo in verticale, la sentenza gelida è di Bradley che fa eco alla proprietà americana e suona la nona: 10. La concorrenza prenda atto: la Roma segna anche dalla panca. LUdinese non perdeva in casa da 22 partite di campionato. La Roma di Garcia oggi è questo gigante inatteso che vaga per la serie A facendo record e spezzando quegli degli altri.