La penna degli Altri 22/10/2013 11:27

Olimpico, curve chiuse. Anzi no...

Se però nei prossimi dodici mesi gli uomini della Procura federale dovessero ascoltare un altro coro contro i napoletani, perché tanto è di questo che si parla da mesi, le sanzioni si sommerebbero: invece di un turno con le Curve chiuse, sarebbero due; e nell’eventualità che per la gravità della discriminazione venga disposta direttamente la chiusura di tutto lo stadio, una giornata sarebbe scontata con le Curve chiuse e un’altra sarebbe disputata a porte chiuse. Partiamo dal comunicato del giudice della Lega, Gianpaolo Tosel: «Letta la relazione dei Collaboratori della Procura federale relativa a ove, tra l’altro, si riferisce che “i sostenitori della Società Roma scandivano il coro - lavali, lavali col fuoco o Vesuvio lavali col fuoco - nelle seguenti occasioni ed in maniera sempre udibile dal centro del campo: alle ore 19,20; 19,28; 19,50; 19,55; 20,26; 20,36; 20,45 e 20,47 dal settore Curva Nord; alle ore 19,28; 20,13; 20,45 e al 30° del secondo tempo dal settore : sempre i sostenitori della Roma, dai settori e Curva Nord alle ore 20,38 scandivano in maniera udibile dal centro del campo il coro - m..., colera sei la vergogna dell’Italia intera”. In ripetute occasioni la tifoseria napoletana rispondeva con cori "Romani B..."».

Romani bastardi, traducendo i puntini di sospensione. D’altronde ci deve essere grazia in una relazione al giudice. Comunque, per la Lega "romani bastardi" non è discriminazione territoriale: vanno «considerati “soltanto” dei beceri insulti, privi di quella specifica connotazione discriminatoria rilevante ex art. 11 CGS».

Stessi cori contro i napoletani, dunque stessa sanzione - settori chiusi - per Milan, Inter e Torino. E stessa condizionale. Viene fatto rientrare nel concetto di discriminazione territoriale anche il coro «noi non siamo napoletani». Eppure esistono delle differenze sostanziali tra la tifoseria romanista e tutte le altre. I cori delle Curve giallorosse non rispondono a un disegno preordinato. Sono stati lanciati semplicemente perché davanti c’era il . È un modo di insultare l’avversario, accade da decenni, accade con qualsiasi altra tifoseria diversa da quella romanista. E accade anche all’inverso, ovunque, in qualunque stadio italiano diverso dall’Olimpico. Se quindi è probabile che nel caso della Roma non ci saranno ulteriori strascichi (almeno fino a -Roma), più complicata sembra la situazione delle altre Curve. Specie di quella interista, che ha lanciato l’idea di una campagna di insulti a matrice discriminatoria per giungere al paradosso di una chiusura di tutti gli stadi, e che quindi potrebbe voler proseguire questa battaglia. Un appello che pare destinato ad avere un seguito solo parziale. Perché nelle nostre Curve si canta la Roma. E si canta contro chi sfida la Roma.