La penna degli Altri 01/10/2013 10:02
Ecco i sei saggi «eletti» da Garcia
Saggi a parte, è lo spirito di gruppo che sta facendo la differenza e che rende la squadra «vera», usando le parole di De Rossi. Garcia sembra aver trovato la formula giusta e finora tutto sta filando liscio. Più di così è quasi impossibile fare. I giallorossi sono a punteggio pieno e vantano la difesa meno battuta della serie A, con un solo gol al passivo, e il miglior attacco, con 17 reti realizzate da 9 giocatori diversi: non era mai successo prima che i tifosi si ritrovassero ad esultare così tante volte nelle prime sei giornate. Nelle stagioni 1929/1930 e 1960/1961 la Roma si era fermata a 16, eppure erano altri tempi e capitava di fare 9 gol alla Cremonese. Il tecnico francese ha battuto anche questo record. Fuori dalla capitale, Juventus, Milan, Inter e Livorno erano riuscite ad inaugurare la stagione con sei vittorie. A queste squadre è capitato 11 volte, risultato: 9 scudetti e 2 secondi posti. La Roma spera nello stesso copione.
Daltronde, lultima volta che guardava le avversarie dallalto al basso della classifica a questo punto del campionato era il 2000 e alla fine dellanno festeggiava lo scudetto. Allora erano 15 i punti raccolti, ora, dopo i 3 presi con il Bologna, Garcia è a quota 18. Due in più della somma dei punti fatti da Luis Enrique prima (8) e Zeman poi (8). Allargando lorizzonte allEuropa intera, le cose non vengono assolutamente ridimensionate, anzi. Soltanto Barcellona, Atletico Madrid e Standard Liegi hanno saputo solo vincere finora. Oltre alla Roma, naturalmente. Aldilà dei passaggi riusciti, che sfiorano la perfezione, e guardando oltre a tutti questi numeri che raccontano un inizio da grande squadra, cè un gruppo unito e organizzato.
Alla cena post-Bologna hanno partecipato quasi tutti i giallorossi, capitano compreso (il conto lha pagato lui), con al seguito qualche amico, ma senza fidanzate. I tifosi li hanno accolti al Met, a Ponte Milvio, con un coro da primi della classe: «Salutate la capolista». Lallenatore, che doveva andare lì con i dirigenti, ha preferito cambiare destinazione e passare solo sul tardi per un saluto: i giocatori devono stare da soli quando si divertono. È così che li «ama».