La penna degli Altri 18/10/2013 09:07

Due presidenti, una via: lo show



Ci è riuscito senza indebitarsi, senza acrobazie e senza aiuti, senza i lamenti tipici del Sud, ma con orgoglio, a volte persino con una spocchia salutare. Sempre da protagonista, magari un po’ eccentrico, ma capace di tenere il passo degli altri e di garantire alla società un’immagine forte, autorevole. De Laurentiis ha scelto gli allenatori giusti nei momenti giusti: Reja per risalire dalle nebbie, Mazzarri per svettare e piazzare uno scatto in avanti, ora Benitez per dare al suo club una dimensione europea, internazionale. Il che vedremo stasera non è, dunque, solo una gran bella squadra, è anche la sintesi brillante, efficace, di nove anni in prima linea, di una crescita costante, continua, affascinante.(...).



La storia della Roma americana è molto diversa, alle spalle ci sono solo poco più di due anni, peraltro tempestosi, allucinanti. Gli americani hanno pagato il prezzo di una ricostruzione affrettata e presuntuosa: il grattacielo si costruisce sempre dalle fondamenta, mai dall’ultimo piano. Proprio mentre rischiava il tracollo, la Roma americana ha fatto le scelte giuste, ha dato la virata, trasformando un gruppo devastato dal derby di maggio, in un gruppo forte, lucido, unito. La società ci è riuscita indovinando finalmente l’allenatore e raccogliendo, in modo insperato, anche quanto aveva seminato confusamente nelle prime due stagioni. Perché un club che porta a Roma , , Lamela, Osvaldo, Marquinhos e che poi rimpiazza chi parte con gente come , e Gervinho dimostra, pur tra errori e battute a vuoto, di cercare sempre la qualità, non mezze cartucce.

(...) Roma e sono due società simili e la riprova si ha dalle scelte fatte in estate sul tecnico.




aveva bisogno, dopo le ruvide vittorie di Mazzarri, di un allenatore come Benitez, molto napoletano nei pensieri e nelle azioni.
Roma, distrutta da due anni terribili e da un derby letale, da rancori e veleni, aveva bisogno invece di un duro che la rimettesse in piedi, anche a costo di affrontare tifosi incarogniti e una squadra dilaniata. si è rivelato l’uomo ideale. Come tecnici sono molto vicini: il non gioca più di contropiede e basta; la Roma non si ostina nelle meline di Luis Enrique, né con le follie tattiche di Zeman, oggi è una squadra vera, equilibrata, compatta. Sia la Roma che il sanno fare possesso palla, quando la partita lo richiede, ma sanno anche ripartire in contropiede se la partita la fa l’avversario. Ecco la modernità di queste due squadre, ecco la bravura dei loro condottieri. Due allenatori che non alimentano baruffe e polemiche, che rispettano gli avversari e usano sempre toni civili. Non è poco, di questi tempi.

Stasera finirà come finirà, ma niente potrà frenare ormai la scalata di e Roma, destinate a cambiare, almeno in parte, la geografia del calcio italiano, i vecchi rapporti di forza. (...).
Vada come vada stasera, Roma e hanno ormai un bel futuro. Da star, non da comparse.