La penna degli Altri 01/10/2013 11:49
De Rossi, Strootman e Pjanic: il trio che dirige la Roma
Al posto dellolandese giocò Bradley. Gianni Mura, nel suo commento al campionato per La Repubblica, ha trovato un doppio e interessante precedente. Uno vicino: la Fiorentina di Vincenzo Montella che, nel campionato scorso, ha sempre affiancato a Pizarro un altro regista, Borja Valero, e spesso anche un terzo, Aquilani. Uno lontano: la Francia di Michel Hidalgo, che a centrocampo schierava Tigana, Giresse e Fernandez, tenendo più avanzato il Totti che si chiamava Platini. Negli anni Ottanta passò alla storia con il nome di «quadrato magico». La Roma di Garcia gioca con tre registi. No, con tre incontristi (facciamo due e mezzo). No, con tre universali. Il valore aggiunto arriva anche da Florenzi, che il tecnico di Nemours sta utilizzando più avanzato nel 4-3-3 ma che, a tutti gli effetti, resta un centrocampista offensivo. Si parla molto dellattacco senza punti di riferimento fissi, con le tre punte che si scambiano spesso di posizione, ma la stessa idea è quella che ispira anche il centrocampo giallorosso.
Certo, De Rossi è spesso luomo davanti alla difesa, ma Strootman non ha alcun problema a coprire per unazione o più anche quel ruolo. Così come la regia della squadra passa dai piedi di Pjanic, poco importa che parta da destra (Xavi, nel Barça è il regista anche se è Busquets a giocare da centrale) o che, come nel derby, salga in posizione più centrale a formare un 4-2-3-1. Un gioco simile, però, può riuscire solo con giocatori tecnicamente ineccepibili. Ecco perché Garcia ha messo il veto, nel precampionato, alla cessione di Pjanic o DDR. I protagonisti giocano bene per la squadra e si divertono. Pjanic: «Adesso siamo un gruppo». De Rossi: "Abbiamo imparato sulla nostra pelle che è più facile essere in vetta con la miglior difesa che con il miglior attacco ». Strootman: «Giocare con compagni simili è facile. Pjanic ha un talento enorme, De Rossi sa fare tutto». La prossima partita, contro lInter, a San Siro, sarà un banco di prova interessante. Mazzarri ha sempre costruito le sue squadre con un centrocampo folto. La sfida con Garcia sarà il top anche della tattica.