La penna degli Altri 06/10/2013 10:43

Caterpillar Roma

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Venti gol fatti, appena uno subito. Numeri da record. E sei ieri era un esame da scudetto, la squadra di l'ha superato col massimo dei voti. Non l'ha spaventata neppure l'Inter di Mazzarri, che fino a ieri aveva subìto tre gol e ieri ne ha beccati altrettanti in soli 45'. Attonita di fronte alla forza, la velocità e la compattezza di una Roma pazzesca. Se vinci nel fortino di Mazzarri con tale autorità c'è da pensare che sia un anno magico.

è bionico e a tratti commovente. A 37 anni gioca una gara da fenomeno, l'ennesima. Ma c'è la mano di anche sul settimo capolavoro: sceglie gli stessi undici che hanno massacrato il e chiede ai suoi di lanciare Gervinho appena possibile. Una mossa nuova rispetto alle partite precedenti che diventa letale. L'ivoriano fa a fette la difesa nerazzurra, spostandosi da destra a sinistra e viceversa. A volte sembra un giocatore della Playstation per la facilità con cui accelera e salta avversari.

Dall'altra parte Mazzarri si tiene tre punte in panchina e affianca il solo Alvarez a Palacio. Braccino corto. La richiesta del tecnico toscano è evidente dall'inizio: pressare alto per inceppare i meccanismi dei giallorossi. La strategia funziona per una manciata di minuti, non appena il centrocampo romanista si mette in moto - sempre più rodata l'intesa del trio delle meraviglie in mediana - i difensori riescono a trovare con continuità la sponda di e la corsa di Gervinho.


Il nuovo idolo romanista parte a duemila e semina il panico. Suo al 18' l'assist a per il vantaggio dopo il terzo errore di fila di Ranocchia: il diagonale del capitano è imprendibile. Gervinho si crea anche la palla del raddoppio ma si perde sul più bello. Bravissima e fortunata la Roma: il tiro quasi perfetto di Guarin colpisce il palo interno.


E' il momento migliore dell'Inter, uscita fuori più con l'orgoglio che col gioco, ma i giallorossi tengono botta e un altro lancio lungo per Gervinho frutta il rigore del raddoppio: Pereira stende l'ivoriano al limite dell'area, forse un centimetro fuori, firma il 12° gol della carriera ai nerazzurri e il 14° alla «Scala del calcio» che deve inchinarsi ai suoi piedi.


A quel punto pensi che la Roma gestisci e ti sbagli. Altro ripartenza, altro gol: con una giocata divina manda in porta che in diagonale fa secco per la terza volta Handanovic. Oltre al , anche l'Inter gli porta fortuna: un centrocampista trasformato in un ottimo attaccante, altro merito del maestro Rudi.

Nell'intervallo Mazzarri capisce che Palacio da solo lì davanti è una pecorella smarrita e gli affianca Icardi, entrato al posto di Pereira che deve prendersi l'Aulin per colpa di Gervinho. L'Inter passa a quattro e si mette a «specchio», la Roma potrebbe subito colpirla con ma Handanovic c'è.
si fa male ed entra l'eterno Taddei, di là c'è il talento Kovacic al posto dell'impreciso Taider. Milito entra a giochi fatti,


Gervinho non vuole infierire e si mangia il poker dopo l'ennesima sgroppata.

Fa impressione anche la facilità con cui la Roma «congela» la ripresa, vissuta quasi totalmente nella metà campo difensiva ma senza affanni eccessivi, con , e
muro invalicabile. Neanche l'espulsione di Balzaretti scuote i giallorossi.
Standing ovation per , terza vittoria di fila nella Meazza interista e quattromila romanisti a sgolarsi. Ora il . Ovunque si giochi: la Roma vuole l'ottava meraviglia. Per continuare a sognare.