La penna degli Altri 13/10/2013 10:32

Baldissoni: «La Roma sarà regina»

IL TEMPO (E. MENGHI) - Era ancora un consigliere quando Pallotta l’aveva convocato in America assieme a e Zanzi per programmare il futuro, dal nuovo allenatore al mercato dei giocatori. Baldini aveva già rassegnato le dimissioni e sarebbe diventato ufficialmente il suo erede un mese e mezzo dopo (il 22 luglio scorso), anche se sin dall’avvento degli americani, scovati proprio da lui a Boston, già si muoveva da dirigente: «Non me lo sarei immaginato. Ho semplicemente deciso di accettare una richiesta della proprietà che si è ripetuta per un po' di tempo. Quello che si è aggiunto è un ulteriore senso di responsabilità nell'occuparmi di qualcosa di così importante per tanta gente».

Da della Roma sa che ogni promessa annunciata ha un suo peso, ma si sente di farne una nella prima intervista a Roma Channel: «Non dobbiamo avere ambizioni limitate. Dire che l’obiettivo è portare la Roma ad essere la regina d'Europa è doveroso, anche se adesso non lo è. Se non pensassimo di poterla portare ai vertici del calcio internazionale, faremo un torto alla squadra e ai tifosi e non potremmo fare questo lavoro. Dobbiamo puntare all’eccellenza». Per capire se la strada è quella giusta, sarà utile il test contro il : «I risultati sono una cartina tornasole, danno la possibilità di misurare quello che si sta facendo in una maniera più semplice e diretta. Si sta cercando di costruire un futuro a questa squadra. Sarà importante vedere se la Roma sarà in grado di continuare nel percorso che ha intrapreso quest’anno con grande soddisfazione. È l’evento calcistico del mese».

Spettacolo maggiore, biglietti più cari: è questo il binomio inscindibile che la società ha adottato per le partite di cartello. «Non credo si spenda meno per vedere un concerto o andare al ristorante. Comprare singole partite ha un costo maggiore che essere sempre allo stadio, dimostrando che la passione prescinde da quello che è l'evento del giorno». Quello con più appeal finora è stato il derby del 22 settembre, il suo primo da , dopo i cinque vissuti da consigliere (4 sconfitte e un pareggio). Stavolta ha assistito a una vittoria, con il presidente Pallotta al fianco: «È rimasto poco seduto vicino a me, era talmente teso ed emozionato che non riusciva a stare fermo. Vive così tutte le partite, non si può pensare di acquistare una società e non esserne il primo tifoso. Dalla fine della scorsa stagione ha voluto essere ancora più coinvolto, anche nelle decisioni quotidiane. Il suo contributo è non solo benvenuto, ma anche positivo».

Lo stadio sarà la sua firma: «Abbiamo cominciato questo processo un anno e mezzo fa e si è fatto già un lavoro concreto. Cerchiamo di procedere in fretta, a prescindere dalla legge sugli stadi. In futuro sarà per noi un moltiplicatore di ricavi e potrà rafforzare la capacità di investimento della società. La campagna acquisti non è collegata con lo stadio. Le cessioni di Lamela e Marquinhos, potenziali campioni, non significano rinunciare alla competitività». Soprattutto se vai a pescare uno come in Olanda, accompagnando in «missione»: «Sono ancora stanco, Walter non mi aiuta, lui non fa un giorno di vacanza da vent’anni (ride, ndc). È stato stressante, ma la squadra ci sta ripagando di tanti sacrifici e speriamo che continui così».

All’Olimpico, intanto, aspetta Montella, non da avversario ma da ex con un posto nella nuova Hall of Fame: «Dobbiamo far combaciare il nostro calendario con quello della , perché vogliamo Vincenzo in campo per ritirare il premio». Chiusura dedicata al razzismo: «Siamo contrarissimi a qualsiasi discriminazione razziale. Quella territoriale è altrettanto disdicevole. Ma la norma è generale e astratta: va resa attuale». Solo un consiglio da chi era abituato a darne e ora fa anche di più: vuole essere protagonista di una Roma che punta a diventare regina d’Europa.