La penna degli Altri 23/09/2013 11:28
Sciarpe, urla di gioia e sfottò nei pub si tifa come in curva

La sponda giallorossa della Capitale risponde così: al Roma club della Garbatella in prima fila c'è Ruggero che indossa la maglia portafortuna di Batistuta, quella dello scudetto del 2000. Il proprietario del bar, Vincenzo Mantini, invece, sfoggia al collo, dal 1962, un ciondolo con l'immagine della lupa. «Altro che crocefisso, questa è la mia unica fede».
Il derby a Roma si segue anche così. Al lato del bancone di un bar. Perché mentre gli stadi diventano sempre più vuoti i circoli si riempiono sempre di più.
LE CURVE NEI CIRCOLI
E tra i tavoli dei pub rinascono le curve. Colpa della violenza di certi ultrà, ma anche dei prezzi dei biglietti, come spiegava ieri Tony, appoggiato a uno sgabello dell'Excalibur. «Prima per andare allo stadio spendevi quasi quanto per il cinema. Oggi per un posto defilato devi tirare fuori almeno 45 euro». E chi ha una famiglia non se lo può permettere. «Ma ai tifosi piace stare in compagnia - spiega il titolare del pub di piazza Vescovio, Gianluca Cursi - ecco perché vengono qui». Il locale viene addirittura diviso in settori, proprio come lo stadio: ci sono i tavoli, la "tribuna", e i posti in piedi. La "mischia".
Alla Garbatella cambiano i colori, ma il clima è lo stesso. Alle pareti incorniciate ci sono le maglie di Candela, Giannini e Tommasi i poster del "pupone". «Veniamo qui perché non abbiamo Sky», dice Vincenzo Tombola, 67 anni. In sala ci sono sempre gli stessi. Si conoscono e si riconoscono, guardano di sott'occhi chi entra per la prima volta e fanno pure le corna in terra, sia mai che quello straniero portasse pure sfortuna. «Tutti ai propri posti», intona a cinque minuti dal fischio d'inizio Roberto Pesciarelli, uno dei più accaniti tifosi della Roma. «Guai a cambiare sedia - avverte - il derby è una cosa seria».
Alla fine, dopo 90 interminabili minuti, a fare festa è la Roma. Alla Lazio non sono bastati i riti scaramantici dei tifosi e neanche la determinazione di Valerio, che al pub di piazza Vescovio, a ogni inquadratura di Totti gridava «A' maledetto». Ha vinto la magica, anche dopo un primo tempo un po' sonnolento, ma «pe' fa Roma ci sono voluti duemila anni, pure pe' segnà ce vole tempo».
DELUSI E CONTENTI
Mors tua, vita mea: alla Garbatella saltano tutti in piedi. «Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra», dice Giulio Monti. Al pub di piazza Vescovio, nonostante la sconfitta, ai laziali rimane qualche battuta di spirito. «I romanisti sò come i denti, spuntano fuori dopo cinque mesi - scherza un tifoso è da maggio che li aspettiamo». Gli sfottò però stavolta sono appannaggio dellaltra sponda del Tevere. «È tornata la Lazietta di una volta, ora pensassero alla salvezza», dice Massimiliano. «Abbiamo avuto Fede e abbiamo vinto», commenta un altro tifoso alludendo al nome del marcatore di giornata, Federico Balzaretti. «Ma adesso ripartiamo - aggiunge Giulio - se continuiamo così, possiamo chiudere il campionato piazzandoci in vetta alla classifica».