La penna degli Altri 29/09/2013 11:38

Roma-Napoli, decide Garcia

REGOLARITA’ - Qualche speranza che si possa ancora giocare nella data stabilita c’è ancora visto che il corteo preannunciato non è stato ancora confermato ma si tratta di una ipotesi piuttosto remota. Se ci fosse stata la possibilità di giocare venerdì 18, la Lega avrebbe potuto disporre autonomamente la variazione di data. Ma la gara non può essere anticipata di ventiquattro ore (i problemi di ordine pubblico cominciano, a parere della Prefettura, già venerdì). L’intervento ha, dunque, caratteri di eccezionalità perché si tratta di disporre un rinvio (18 dicembre) o l’inversione di campo. Insomma, un intervento piuttosto pesante sul calendario che nel primo caso verrebbe oggettivamente stravolto. Lo sottolinea De Laurentiis:  «Credo sia più logico giocare a piuttosto che rimandare la partita. Solo così non si falserebbe il campionato». Una valutazione in linea di massima condivisa anche dalla Roma che verrebbe costretta a giocare, in questo girone d’andata tre partite fuori casa consecutive che recupererebbe, però, al ritorno (ma in quel caso vi sarebbe il problema della contemporaneità dell’impegno interno della Lazio, un problema, comunque, risolvibile facendo giocare una squadra di sabato e l’altra di lunedì).(...)
 
IMPEGNI - Roma e , insomma, avrebbero concordato sul fatto che bisogna giocare nella data fissata. teme che una interruzione troppo lunga possa avere contraccolpi negativi sulla condizione; Benitez, a sua volta, dovendo far fronte alla , ha un calendario piuttosto fitto ( «a gennaio c’è la Coppa Italia ed entrambe le squadre saranno impegnate» , afferma De Laurentiis). Per giunta il 18 dicembre Roma e sarebbero costrette ad affrontarsi dopo essere state impegnate pochi giorni prima a Milano (col Milan) e al San Paolo con l’Inter. L’inversione di campo appare il male minore (ma in proposito dovrà proununciarsi il tecnico giallorosso). De Laurentiis tende a stemperare il beneficio derivante dal fatto di giocare in casa una partita così delicata:  «Il San Paolo ci ha “tradito” l’ultima volta nonostante sessantamila spettatori, giocare in casa non è sinonimo di vittoria»