La penna degli Altri 09/09/2013 10:22

Osvaldo: "Non mi volevano più"

TENSIONI - Detta così, sembra una scelta libera, tranquilla. D’altronde puntualizza:  «Non mi sento in esilio» . E sembra sgombrare ogni equivoco residuo:  «E’ stata una decisione mia» . Però... C’è un però delicatissimo dietro un divorzio burrascoso, consumato fra tensioni e minacce, strappi profondi e toppe inconsistenti.  «La Roma  - corregge -  mi ha fatto capire che dovevo andare via» . (...) «Il tifoso normale mi ha dimostrato sempre tanto affetto, ma c’è modo e modo di vivere il tifo: alcuni, dappertutto e non solo a Roma, non vivono il calcio nel modo giusto. Per fortuna sono una minoranza. I compagni e gli altri tifosi, quando ho ricevuto le contestazioni, mi hanno sempre sostenuto» . Purtroppo, a volte, le minoranze lasciano il segno. Osvaldo s’è sforzato di tirare dritto, ha anche replicato a muso duro, alla fine s’è arreso:  «Sinceramente, non potevo più stare a Roma: come potevo farlo se c’era chi mi veniva a scrivere quelle cose sotto casa? Come potevo, con quelle minacce e quelle cattiverie, per altro senza aver fatto nulla per meritarle? Non è normale: purtroppo viene fatto così poco per evitare situazioni come queste che alla fine sembrano normali. Vedendo l’Inghilterra, dico che in Italia siamo indietro»
 
RISPETTO - Inevitabile tornare alla finale di Coppa Italia, uno dei momenti topici della rottura. L’uscita nervosa dal campo, lo sfogo violento contro Andreazzoli, la premiazione disertata, le code velenose sui social network:  «Ero arrabbiatissimo, volevo spaccare il mondo, quando sono sceso nello spogliatoio non mi ero accorto di quello che avevo combinato, l’ho capito quando sono rientrati i compagni ma era tardi: riconosco che è stato un gesto brutto» . Ammette l’errore, però voltandosi indietro non trova null’altro di negativo nel suo comportamento:  «Non mi pento di nulla» sussurra.  (...)