La penna degli Altri 10/09/2013 12:22
Da Donadoni a Montella: lezione da Braschi
E soprattutto può decidere una partita. Il designatore Stefano Braschi si è aiutato con diversi video per rendere comprensibile una materia complicata: la giocata di un difensore (anche sbagliata) azzera il fuorigioco dell'attaccante. Tranne qualche eccezione (il portiere, un gol salvato, l'opposizione a tin tiro, la carambola e il rebus interferenza fissato a circa un metro e mezzo di distanza tra due calciatori avversari) la bandierina degli assistenti resterà giù. Braschi, però, non si è limitato solo al fuorigioco (a proposito: fugato ogni dubbio sulla rete di Stendardo in Atalanta-Torino, da annullare per l'ostacolo creato da Yepes al portiere dei granata): ancora una volta ha catechizzato tecnici e capitani su gioco duro e proteste. In arrivo più rossi (primo caso) e gialli (secondo).
Al termine della riunione tutti sono scappati in fretta non prima di aver definito l'incontro «costruttivo». Soddisfatti gli arbitri come i giocatori. Sorridente anche Beretta (padrone di casa da presidente della Lega calcio) e Abete (numero uno della Figc). Solo Vladimir Pektovic, tecnico della Lazio, è andato oltre al minimo sindacale: «Abbiamo ascoltato con interesse la lezione di Braschi. Adesso spetta a noi memorizzare ed evitare di fare polemiche alla prima occasione».
In nome degli arbitri ha parlato Marcello Nicchi, presidente dei fischietti: «È andata molto bene, incontri del genere dovremmo programmarne di più, anche perché da questi confronti nascono anche utili suggerimenti. Abbiamo ribadito quelli che saranno i nostri comportamenti tecnici, una sorta di avviso ai naviganti. Per il bene di tutti è importante conoscere le regole e quindi abbiamo spiegato ai giocatori le implicazioni delle nuove norme sul fuorigioco. Non solo, molta attenzione ci sarà da parte nostra anche sulle proteste e sui falli violenti. Credo che il messaggio sia arrivato forte e chiaro»