La penna degli Altri 07/08/2013 11:10

Toronto, la città delle sconfitte

(...) Si fatica a riempire lo stadio da 24.000 posti per la partita di oggi. Sarà per i prezzi elevati. In Canada non ti regalano niente. O forse è il destino di questa à frenetica, troppo vicina per distanza e costumi a quelle dei fratellastri statunitensi per non assorbirne le consuetudini e unirle a una certa rigidità da gente di confine. 

I soldi qui sembrano galleggiare nell'aria. Non è un caso se ogni volta che una grande lega americana, dal basket al baseball, ha un posto libero chiede a Toronto se voglia accomodarsi. E' esistito un Berlusconi locale, che però non si è mai mischiato con la politica: Ted Rogers, imperatore della comunicazione, scomparso pochi anni fa. In eredità ha lasciato l'azienda e uno stadio che portano il suo nome. Più un'alleanza con la Bell, altro colosso. Insieme le due ditte hanno rilevato l'intero sport della à o quasi: il Toronto FC che oggi incontra la Roma, i Maple Leafs di hockey su ghiaccio, i Raptors del basket, i Blue Jays di baseball. Sono squadre che colmano regolarmente i propri impianti, compreso l'Air Canada Center scelto da Madonna come luogo di una storica esibizione. E nello stesso tempo combinano poco, almeno questo è il parere di una popolazione piuttosto snob. I Maple Leafs non vincono la Stanley Cup dal 1967 e per un team canadese è uno scorno. I Jays sono diventati campioni del mondo - abbiate comprensione per l'enfasi che gli americani aggiungono ai loro campionati di casa - nel 1992 e nel 1993, dopodiché non si sono più qualificati per i play off. I Raptors ci sono entrati una volta dalla loro fondazione avvenuta nel 1995. Andrea Bargnani se n'è andato, così come se n'è andato Aaron Winter, l'olandese che è stato quattro anni alla Lazio e tre all'Inter a giocare prima di diventare tecnico e prendersi la briga di dirigere l'FC.  «Funziona in questo modo. Gli allenatori combinano disastri e alla proprietà non interessa. Nessuno li manda via», racconta Giorgio Mitolo, reporter del telegiornale in lingua italiana Omni News. 

Il paradosso della à in cui tutti coloro che ne hanno la forza corrono, chi può permetterselo va allo stadio e chi è abbastanza stanco della propria sanità mentale paga 175 dollari per farsi appendere per i piedi alla sommità della CN Tower a 500 metri di altezza sta in questo sport vissuto ma non sofferto. Come se vincere alla partita della finanza e dell'industria fosse abbastanza. (...)