La penna degli Altri 13/08/2013 11:14
Roma più europea e meno sudamericana Sabatini si è adeguato
Il sogno Sabatini, luomo che gira con un secondo orologio sempre sintonizzato sul fuso del Sud America, ha dovuto così rinunciare a quello che è sempre stato il suo sogno: una squadra fatta di tanti ragazzini dai piedi fatati, possibilmente brasiliani o argentini. Sabatini andava a Rio e Buenos Aires un paio di volte lanno, aveva e ha ancora una fitta rete di contatti, ma una tifoseria uscita a pezzi dagli ultimi due anni non ne vuole sapere di sogni e utopie. Vuole realtà e concretezza e quindi ecco Maicon, De Sanctis, Benatia, Strootman, Gervinho, Jedvaj e Skorupski, tutti provenienti da campionati europei. Non solo: in un potenziale 11 titolare composto da De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti, De Rossi, Pjanic, Strootman, Lamela, Osvaldo e Totti ci sono soltanto tre sudamericani (più Osvaldo che è italoargentino).
Il Mondiale Un cambiamento importante per la Roma, che nei primi due anni di gestione americana aveva portato a Trigoria ben 11 giocatori provenienti dal Sud America. La scelta di puntare su calciatori europei è stata fatta considerando che questo è lanno che porterà al Mondiale brasiliano: «Meglio avere gente che eviti di andare dallaltra parte del mondo», sussurrano a Trigoria.
Sergente De Sanctis Tra i sussurri del Bernardini cè anche quello secondo cui, rispetto al passato, il peso dellallenatore sia aumentato nelle scelte di mercato. In realtà Sabatini ha dato ascolto ai suoi tecnici (e spesso ha fatto male) ma mai si era fidato di qualcuno come di Garcia. Il francese ha dettato la linea da subito, tanto che Rafael, ad esempio, già opzionato a gennaio, è andato al Napoli e a Trigoria è arrivato lesperto (detà e di Serie A) De Sanctis. «È uno che tiene sveglia la difesa», sostiene Sabatini. E torto, almeno a vederlo in queste prime apparizioni, non ce lha. Esemplare una scena: i difensori contro il Chelsea si lasciano prendere in velocità. Il portiere, al termine dellazione, strilla di tutto ai compagni. Li guida, li comanda. E Sabatini, che vede la scena in tv, annuisce soddisfatto. Il suo sogno è andato in fumo, la realtà inizia a piacergli.