La penna degli Altri 12/08/2013 20:15
James Pallotta vuole far diventare l'As Roma un impero del XXI secolo
SPORTSILLUSTATED.COM (B. STRAUS) - James Pallotta, un investitore di 55 anni di Boston si trova nell'ascensore di un hotel vicino a Junior Tallo, attaccante ivoriano di 20 anni, con alle orecchie delle cuffie. Allora gli chiede che cosa si stesse ascoltando.
Tallo risponde, ma il suo accento lasciò Pallotta confuso. Il miliardario americano si piega per leggere di display dell'Ipod e dice "Oh, Lil Wayne". quindi pallotta conoscendo perfettamente il rapper gli cita un pezzo "Love me".
Tallo ride."Sono andato a vedere Jay-Z domenica notte, - continua Pallotta - ti manderò la mia playlist".
Parlando a SI.com qualche istante dopo, questa volta come proprietario di maggioranza e presidente dell'As Roma, Pallotta ha spiegato il suo rapporto e il suo legame con il giovane ivoriano. "E' una squadra. Siete una famiglia. Non dei servi - dice il presidente - quello che molte persone perdono di vista con queste squadre, è che ci sono dei ragazzi. Non solo dei ragazzi, si sono trasferiti dal Brasile, dalla croazia o dall'Argentina e ora sono a Roma. Dovete essere dei mentori e li dovete far sentire parte di una famiglia".
Discendente da una famiglia di primi emigrati italiani in America famosa nel North End di Boston che ha definito "la zona più italiana degli Stati Uniti", Pallotta è stato abituato a vivere in un crocevia di culture differenti. Adesso sta a cavallo tra continente ed è l'unico presidente straniero di un club di Serie A e ci è voluto tempo per abituarsi a una nazione così orgogliosa e 'protezionistica' verso la sua identità e il suo calcio.
La scorsa settimana infatti, il presidente della Figc Giancarlo Abete interpellato sull'interesse di investitori stranieri sui club italiani ha detto "ci rende tristi, mi piacerebbe che tutte le famiglie storiche che hanno reso grande il calcio italiano rimanessero in carica nei loro club". Ma è uno sport globale, e la strada di Pallotta verso il successo richiede di lasciar perdere i vecchi comportamenti provinciali. La Roma sta costruendo una rosa cosmopolita (attualmente ha un tecnico Francese, con un cognome spagnolo e che attualmente guida una squadra composta da giocatori provenienti da una dozzina di paesi di quattro continenti), ma come molti club rivali in Serie A, è lenta la trasformazione e l'abbraccio a una concezione societaria dell'era calcistica post-moderna.
I livelli più alti del pallone europeo un brand internazionale non è più un lusso. E' una necessità. "Se vuoi competere nel XXI secolo in termini di stadio, social media, brand, sponsorizzazioni e tutto il resto, devi andarti a rapportare con i migliori. Non devi confrontarti solo con te stesso, non sei l'unico, - aggiunge Pallotta - e questo vale nella vita oltre che nel calcio".
Quindi, 1500 anni dopo la caduta dell'impero, Roma sta tornando affamata. Pallotta vuole più dello scudetto. Vuole un'As Roma che conquisti il mondo e che i suoi Stati Uniti - una volta ultimo lido del mondo calcistico - siano alla guida di questo progetto. I giallorossi hanno stretto un contratti di sponsorizzazione con ben note società americane come la Disney e la Nike, si sta facendo strada nel settore giovanile e per il secondo anno consecutivo ha appena concluso un tour estito negli Usa e in Canada durante il quale, il 31 Luglio, ha disputato un amichevole contro l'MLS All-Star. E siamo solo all'inizio.
Questa non è la prima esperienza di Pallotta nella dirigenza di un club sportivo. Nel 2002 ha acquistato una piccola quota dei suoi amati Boston Celtics, che fino a quel momento erano nel bel mezzo del più lungo periodo di astinenza da titoli nella storia della squadra. Un collaboratore alle strategie, allagestione e al marketing della Raptor Group, società di Pallotta, Sean Barror è solito a lavorare alle vendite e al piano di sviluppo dei bilanci dei club Nba. "Quando il gruppo di Jim la comprò, la società era un po' nel caos. Un forte brand, una buona base di tifosi ma erano caduti in disgrazia". Barror, dice a SI.com: "Da un punto di vista commerciale, il nostro mantra per i primi di quei anni era di dover solidificare le fondamenta prima costruire il soffitto. Per valorizzare un investimento, prima devi dargli delle solide basi".
I Celtic vincono le Nba Finals nel 2008 e per poco non le rivincono anche due anni dopo.
"Stiamo costruendo lentamente il pavimento [alla Roma]" dice Barror, che ora gestisce il marketing del club e le sponsorizzazioni, dal suo ufficio di Boston della Raptor. "Quando l'avremo edificato sul campo, il soffitto sarà molto più alto". Il successo sul campo non è stato facile da raggiungere nella sua storia, nonostante la popolarità della Roma. Da quando tre club si sono uniti per dare vita all'Associazione Sportiva Roma nel 1927, la squadra ha vinto solo tre scudetti (uno da 30 anni a oggi) e un trofeo continentale, la Coppa delle Fiere, precedessore della Uefa Europa League. I giallorossi sono comunque sempre stati costantemente competitivi, vincendo nove coppe italia, lottando per il titolo per 11 volte e perdendo una Champions League nel 1984 contro il Liverpool solo ai calci di rigore. Anche se per la maggior parte degli anni, hanno giocato a distanza del scondo posto, per via dello strapotere delle squadre di Milano e di Torino che si sono spartite per anni le prime posizioni (per non parlare dei grandi nomi dei giganti europei da Inghilterra e Spagna). Per i Romani questo è veramente frustrante. Per Pallotta, questo ha rappresentata la classica minimizzazione delle opportunità.
"Io credo che la Roma sia la squadra e il brand più sottovalutato nel mondo, - dice - se lavoreremo bene, la Roma è degna dei molti milioni che stiamo utilizzando per realizzare gli obiettivi che vogliamo raggiungere insieme. E' una grande opportunità".
Il club non è più considerato uno dei più importanti da Forbes, che in Aprile ha stilato una lista delle 20 migliori squadre. Il Real Madrid guida la classifica con i suoi 3.3 miliardi di dollari, chiusa dal Newcastle alla ventesima posizione, valutato 263 milioni.
E' una salita impervia, ma Pallotta ha l'esperienza nel valorizzare questa società. Ha iniziato da modesti mezzi per poi creare un portafoglio di investimenti del valore di circa 12 miliardi di dollari. Diversi anni fa, quando ha cambiato settori di investimento e ha diversificato il suo business, Pallotta ha sviluppato un interesse nei confronti della Roma dopo che il finanziere George Soros aveva formulato un'offerta per l'acquisizione del club. Alla fine saltò tutto. Pallotta a dire il vero non era un grande appassionato di calcio, ma ha trovato il prezzo relativamente basso rispetto alle potenzialità "abbastanza interessanti" della Roma.
Nel 2011, insieme al concittadino di Boston Tom Di Benedetto, ha messo su una cordata per comprare la società dalla famiglia Sensi, che ne deteneva la proprietà dai primi anni '90.
Pallotta, forse sentendo il peso delle sue radici italiane, inizialmente è entrato come un "investitore passivo" pur avendo messo, come Di Benedetto e gli altri investitori, 89 milioni di dollari per rilevare i due terzi della società. Unicredit, una banca italiana, manteneva la restante parte.
L'anno scorso quando era il momento per un aumento di capitale, Pallotta ha assunto una partecipazione di controllo ed è diventato il presidente della Roma. Egli disse a SI.com che il suo gruppo aveva investito intorno ai 160 milioni di dollari per acquisire la propria quota e pagare debiti, contratti insoluti e altri costi di gestione. Infine intende estromettere la parte di Unicredit, per detenere il 100% delle quote societarie. Nel frattempo, Pallotta, Raptor e gli altri investitori hanno già iniziato a sfruttare il potenziale del brand Roma. Prendendo in prestito l'appropriata metafora di Barror, sono tutti convinti che la capitale, insieme alla serie A, è destinata a un "Rinascimento" calcistico.
Pallotta ha detto : "Trenta milioni e più di turisti, migliaia di anni di storia, e una base di tifosi così appassionati credo che non ci sia da nessun altra parte. E' una grande e sottovalutata opportunità per creare col tempo, con un nuovo stadio, uno dei più grandi club del mondo".
Il più visibile e simbolico cambiamento di questa stagione è il nuovo logo. Il tradizionale acronimo "ASR" che nello stemma appariva sotto la famosa immagine della lupa capitolina, non c'è più. Al suo posto c'è la parola "Roma" in un tipo di carattere che sembra scolpito nel marmo e con l'anno di fondazione del club.
"La maggior parte delle persone in tutto il mondo non capisce per cosa stia quel 'AS' e molte altre mi chiedono 'cosa sta facendo l'AC Roma?'' ha spiegato Pallotta.
Milano fa calare una profonda ombra. "E' il tempo che tu ti brandizzi" ha detto "Avendo un nome come 'Roma' si può espandere il brand in maniera esponenziale". Naturalmente prò l'alterazione ha suscitato proteste. Manifesti con scritto "No al nuovo stemma" - "No al nuovo logo" sono comparse intorno alla struttura di allenamento di Trigoria durante lo scorso mese.
Roma non è il tipo di città che volta le spalle alla tradizione. Ma il vecchio modo di fare le cose è parte del motivo per cui il club non ha realizzato il suo potenziale. La devozione a questo vecchio modus operandi c'è sempre stato, insieme all'inerzia che ha provocato la caduta rovinosa in Serie A dalla vetta in cui si trovava. Il circuito calcio italiano ha vissuto i suoi anni migliori negli anni '90. Poi l'anno scorso è scivolato al quarto posto nel ranking Uefa perdendo un posto in Champions League. Le accuse (o anche la prova) di partite truccate e incidenti di violenza e di razzismo sembrano ormai dovuti agli onori della cronaca alla fine di ogni partita.
"Io credo che in molti casi sia solo una questione di non stare a passo con i tempi, in effetti di non tenere affatto il passo con quello che succede nello sport" ha dichiarato Pallotta. Barror ha sostenuto che il declino della Serie A: "Sia una diretta conseguenza del mancato impegno nella realizzazione di infrastrutture degli ultimi 20 anni".
La Juventus è l'unico club di Serie A che possiede un suo stadio. E' una delle squadre (l'AC Milan è l'altra) che è stata secondo Deloitte tra i migliori 10 club al mondo a livello di ricavi nell'anno 2011-12. Ma in quella classifica alla prima giornata Milan e Juve già slittano rispettivamente al nono e al decimo posto in quella top 10. Ognuno dei due ha guadagnato circa un quarto di quello che il Real Madrid, il Barcellona, il Manchester United e l'Arsenal hanno ricavato.
Gli stadi italiani non sono redditizi. Mancano di servizi moderni per gli ingressi. Inoltre non sono affatto sicuri, cosa che si aggiunge agli altri aspetti negativi. "Metti delle persone in gabbia, che si trovano a essere trattate come animali. Oggi è così che funziona. Tu - aggiunge Barror - non hai vie di accesso, di ingresso, di uscita all'interno dello stadio, nè sicurezza tra padroni di casa e settore ospiti. Come se tu stessi vedendo persone attraverso uno schermi. E' tutto veramente caotico".
Roma cambierà questo paradigma. Ha condiviso negli ultimi 60 anni il 'cavernoso' stadio Olimpico con i rivali della SS Lazio. Ma c'è la volontà di separarsi ben presto dagli scomodi coinquilini. Pallotta ha fatto uno sforzo per dare alla squadra un nuovo impianto che potrà contenere fino a 60mila spettatori, finanziato privatamente nell'area di Tor di Valle, nei pressi del fiume Tevere, a circa metà strada tra il centro di Roma e l'aeroporto di Fiumicino. Il club spera di inaugurare lo stadio nel 2016 e il presidente ha detto che prevede, adiacente alla struttura, spazi di svago, intrattenimento e altri servizi all'americana, che trasformeranno l'area circostante. Il suo modello di riferimento è quello di Las Angeles Live, che ha profondamente trasformato il suo paesaggio urbano vicino allo Staples Center. Le iniziative intorno al nuovo stadio della roma includono anche una forte presenza sui social media, definita da Pallotta come un altro elemento critico nella moderna industria dello sport. Da Tumblr a Instagram per votare online la terza maglia del club e le decine di migliaia di indagini che la squadra ha condotto riguardo al nuovo stadio, "Non c'è dubbio che quello che stiamo facendo ora nei social media la maggior parte delle società non l'aveva o non l'ha mai fatto".
pallotta è un investitore di Bedrocket Media Ventures, una società di New York che ha aiutato la Major League Soccer ad avere KickTv, il suo canale Youtube. Egli spera di trasformare la televisione analogica di prorietà del club in una sorta di piattaforma analoga, che potrà diffondere il marchio Roma ben oltre di quello Madrid o Milano. Intanto, la Roma oltre alle preoccupazioni sportive sta continuando a stringere relazioni con potenziali partner in tutto il mondo attraverso il marketing della Raptor e società di consulenza tecnologica.
Mentre i fan della Roma stanno imparando ad adattarsi ai cambiamenti, i giocatori sembrano aver già preso nota. Parlando prima della partita che i giallorossi hanno vinto facilmente per 3-1 contro la selezione della MLS, il centrocampista Michael Bradley ha lodato la lungimiranza e la gestione: "La prima cosa che salta agli occhi di Mr. Pallotta e dei proprietari americani è il loro entusiasmo, il loro affiatamento, il loro impegno nel costruire...per far crescere qualcosa di speciale nel mondo del calcio europeo". La star della Roma e degli Usa ha poi aggiunto a Kansas City: "Come i giocatori, vuoi giocare in un club dove c'è grande ambizione. Vuoi essere in un posto dove tutti, dai giocatori, agli allenatori, ai membri del club e al presidente, stanno cercando di costruire qualcosa. Quindi penso che ognuno di noi riconosce che siamo tutti entusiasti di far parte di questo progetto".
Insieme a Pallotta, Bradley è il ponte più evidente tra Roma e gli Stati Uniti e, se la carriera del 26enne rimanesse costante, aiuterebbe i giallorossi a raggiungere la Champions League.
Ma al di là di Bradley sono altri milioni di americani che Pallotta, Barror e i loro colleghi credono cruciali per la causa. Questo è il calcio moderno, dove un club europeo che rappresenta una delle più antiche e grandi città del mondo, ha bisogno degli Usa per aiutare ad alimentare la sua ascesa.
"Prima di giocare contro il Liverpool l'anno scorso al Fenway Park, il giorno prima durante il volo in un tweet dicemmo che stavamo per recarci allo stadio, e 19000 persone si presentarono", dice Pallotta. "Penso che il calcio europeo abbia enormi opportunità di crescita negli Stati Uniti. Incredibili opportunità. I nostri sondaggi lo dicono ogni giorno. Per i ragazzi giovani è in cima alla lista delle loro abitudini televisive legate allo sport e il calcio europeo è in 1a o 2a posizione nelle preferenze di molte grandi città".
I maggiori club di Premier e le squadre top spagnole restano i più grandi marchi europei negli Stati Uniti ma, attravaerso diligenza, creatività e qualche alleanza forgiata con precisione, la Raptor mira a posizionare la Roma al loro fianco.
"Siamo consapevoli che la maggior parte dei fan stanno per avere la loro squadra MLS e questo è grandioso. E' un bene per noi questo tipo di connessione con lo sport. Siamo d'accordo nell'essere la loro seconda squadra preferita", ha aggiunto Barror. "Penso che sarebbe un grande obiettivo e credo che in ogni mercato in cui entriamo, dobbiamo avere la stessa autenticità. Quello che non vogliamo è cavalcare il tormentone, disputare un'amichevole, afferrare i nostri soldi e non lasciare nulla dietro di noi".
L'accordo di 10 anni con la Nike ha inizio nell'estate del 2014. Roma è "solo uno dei quattro o cinque club che hanno il tipo di struttura in termini di immagine", con il produttore di abbigliamento, ha detto Pallotta.
Barror ha spiegato che "è più che un contratto. Siamo effettivamente in affari insieme, la creazione di una rete globale di distribuzione al dettaglio e all'ingrossio. Ciò significa che Roma sarà in mostra dall'Indiana all'Indonesia".
Il lupo farà un'apparizione al Magic Kingdom. L'inverno scorso è stato il primo di sette inverni che la Roma passerà ad Orlando allenandosi all'ESPN Wide World of Sports Complex. Bradley e i suoi compagni di squadra si alleneranno vicino e perfino insieme a giovani calciatori che parteciperanno ai camp annuali della Disney Soccer Showcase. Nel futuro, i ragazzi under 20 della Roma potrebbero fare pratica in Florida. I tecnici della Roma potranno correre in campo o nelle strutture. Nel frattempo, magliette con Topolino sorridente di fronte al nuovo stadio di Tor di Valle saranno messi in vendita a breve.
"Quante persone passano attraverso Disney World, circa 50 milioni? E' un numero pazzesco. I bambini vedrebbero in primo luogo Disney associata con la Roma e il nostro rapporto con la Nike, con la possibilità che crescano molti tifosi sin da piccoli"
Barror ha detto che Orlando "sarà la base per ogni cosa che facciamo fuori dall'America. L'idea è quella di creare un modello da lì e poi replicarlo nelle diverse città degli Stati Uniti. Avere una giovane componente calcistica, crescita di calciatori e giocatori. L'altra parte è quella di creare campus, squadre e accademie che insegnino una certa maniera di fare calcio e spingere i bambini a seguire la Roma non solo per assistere alle partite".
Tornati a Boston, Alex Zecca sta scavando in profoondità supervisionando la partnership tra Roma e Global Premier Soccer, un'organizzazione che gestisce squadre, tornei e campi per più di 100.000 giocatori dal Maine alla Florida.
Alla fine, le squadre GPS indosseranno i colori della Roma, gli allenatori impareranno dai loro colleghi di Roma e i migliori giocatori saranno individuati, selezionati e invitati in Italia ad allenarsi. Nel frattempo la Roma e GPS hanno già collaborato su un'iniziativa per portare il calcio tutto l'anno tra le aree urbane svantaggiate dove lo sport ha faticato a prendere piede.
Zecca ha detto di avere intenzione di replicare questo rapporto con il GPS con altre squadre giovanili di tutto il paese e anche in luoghi come il Brasile e il Sud Africa.
"Stiamo andando a prenderli sotto la nostra ala e non c'è limite al numero che possiamo sostenere", ha detto Zecca, nativo del New Jersey la cui figlia Maria è membro dell'Under 19 dell'Italia femminile. "Stiamo andando a diffondere le nostre filosofie, ideali e metodologie a queste squadre, insegnando agli allenatori e avendo un legame diretto con il nostro club, e abbiamo intenzione di farlo in tutto il mondo".
Al momento, i tifosi della Curva Sud che suscitano clamore e colore all'Olimpico sicuramente non possono interessarsi sulla Disney o su un programma per i giovani bambini in Massachussets, sono restii, inquieti. La Roma sta per passare la terza stagione consecutiva senza la Champions League e il secondo campionato senza competizioni europee. Il nuovo allenatore, Rudi Garcia, è il terzo allenatore da quando Pallotta ha assunto la sua carica lo scorso anno. Il figlio di Roma, Francesco Totti, sta per compiere 37 anni.
"I tifosi sono un pò frustrati e io probabilmente più di loro", ha detto Pallotta. "Penso di essere più competitivo di loro. Ma capisco anche che questo è un progetto, come quello dei Celtics, che necessita di tempo".
La Roma ha in programma di competere da subito per un posto in Europa e non può essere tanto lontano dalla ricerca dello Scudetto. Ma c'è un ampio piano da realizzare prima di sfidare squadre del calibro di Barcellona e Bayern. Così Pallotta e il suo team continueranno a concentrarsi sulla Serie A e sulal creazione di attività e connessioni che sono alla base di un impero sportivo del XXI secolo. Gli sforzi del nuovo impero stanno già dando i frutti.
"Quando abbiamo chiamato un anno e mezzo fa la MLS e detto 'Hey, ci piacerebbe affrontare l'All Star' ci fu silenzio dall'altra parte. Non so il motivo ma ci fu dell'imbarazzo", ha detto Pallotta.
L'MLS aveva invitato un club inglese della Premier a partecipare a sette delle precedenti otto partite (l'ottavo era il Celtic FC). Il messaggio era chiaro: "Niente Premier, niente chance".
"Quest'anno la piacevole sorpresa è stata che siamo stati chiamati noi circa tre mesi o giù di lì. Hanno detto: 'Hey ci piacerebbe che foste l'avversario della MLS a Kansas City". E noi abbiamo apprezzato. Affare fatto", ha concluso Pallotta.