La penna degli Altri 15/08/2013 09:49

Garcia: «Osvaldo-De Rossi? Siamo felici se restano»

Lamela si prende il premio dell’applausometro giacché, perfino colorato in biancoceleste, la Sud lo riverisce; c’è curiosità per Biglia, il laziale nuovo che sarà di casa qui e sente subito qualche coretto giallorosso, ma forse non ci fa caso, né ci avrà fatto caso Pektovic che sorride a due tifosi romanisti che si fanno fotografare con lui e uno di passaggio suggerisce che è “l’effetto Papa” e il grande Pekto dice che ci vorrebbe proprio: anche lo disse aggiungendo «chissà se basterà»; la Roma ha un rappresentante ideologico: Rudi Voeller che qui impedì un’altra volta da mondiale a Maradona, anno ’90; e un rappresentante vero, che dice: se restano Osvaldo e sono felici loro perché la Roma è una grande squadra e sono felice anche io; il Pocho Lavezzi va in panchina: aveva già provato la posizione seduta facendosi immortalare sulla sedia del Papa e divulgando l’immagine via social, “el Papa Lavezzi” era l’ironia.

L’Olimpico non era pieno ma abbastanza: più dello Stadio Luzhniki di Mosca dove si svolgono i mondiali di atletica, tranne il giorno della Isinbayeva. Che succedeva qui, ci fosse stati ? E poi era il 14 agosto, con la crisi delle ferie e le non ferie da crisi, e l’assenza di , di Balotelli e di Papa Francesco. Che magari stava davanti alla tv aspettando un gol alla Pontoni, ricordo del piccolo ultrà del San Lorenzo de Almagro e il fair play che aveva raccomandato: c’è stato, un solo ammonito e per proteste. Pazienza per il gol: si sarà accontentato della rete di Higuain nel primo tempo (nu’ babà per i tifosi del ) e, appena al ritorno in campo, della stangata di Banega, fresco entrato al posto di Lamela.

Ora Prandelli cambiava i pendagli al suo albero di Natale, fin dalle radici giacché usciva Buffon ed entrava Marchetti, applausi e fischi stracittadini per lui che subito smanacciava su un cross argentino e poi splendidamente negava la doppietta a Higuain, prove di campionato. Una meraviglia di Insigne ( sogna) dimezzava il conto e riaccendeva l’urlo Italia e l’inno di Mameli: ma gol non fu e la “partita del Papa” finì 2 a 1 per loro, grazie ancora a Marchetti.