La penna degli Altri 31/07/2013 10:40

Totti-Henry, 7 anni dopo

Poco prima era stato l’idolo di casa, Michael Bradley, a spiegare ai suoi connazionali che vuol dire essere . «Giocare con lui, allenarmi vicino a lui, essere un suo compagno di squadra, diventare suo amico, è un’esperienza incredibile - ha detto il centrocampista statunitense -. Chi non lo conosce direttamente si fa un’idea di che tipo di giocatore sia, di quanto sia forte, ma vi posso assicurare che quando gli stai vicino tutti i giorni ti rendi conto che è molto meglio di quanto tutti gli altri possano immaginare. È incredibile la sua grande abilità di rendere migliori quelli che ha accanto, il modo in cui riesce a vedere cose che nessun altro sul campo vede. Stiamo parlando di uno dei migliori giocatori del mondo. Una delle cose che ha caratterizzato la sua carriera è la lealtà. La lealtà verso la à, la squadra. Ha spesso avuto la possibilità di lasciare Roma ma è sempre stato legato ai suoi sentimenti, alle sue radici. E questo è qualcosa che i tifosi della Roma rispettano e apprezzano tantissimo».

Oltre ad Henry, questa sera ritroverà sul campo dello Sporting Park anche un carissimo amico d’infanzia, Marco Di Vaio. «Quando ho firmato per il Montreal mai avrei pensato di giocare contro la Roma e contro un amico come Francesco, è una cosa impensabile» ha detto l’attaccante che l’anno scorso ha deciso di trasferirsi oltreoceano per giocare con il Montreal Impact. «Conosco Francesco da quando abbiamo iniziato a giocare a pallone, praticamente da sempre - ha detto Di Vaio a .Roma Channel-. Ricordo che la prima partita che giocammo contro è stata Lodigiani-La Storta, avevamo meno di 10 anni. Le nostre mogli sono molto amiche. Francesco e la sua famiglia sono eccezionali, è un piacere condividere con lui momenti fuori dal campo».