La penna degli Altri 14/07/2013 11:40
Quello che Garcia non sa
SCIVOLONE Un'uscita infelice che ha di fatto reso superflua il resto della conferenza stampa, in cui si è discusso di mercato - «Osvaldo (ieri l'agente a colloquio con lo Zenit che offre 19 milioni ma l'attaccante nicchia, ndc) e Marquinhos per ora sono qui ma chi parte verrà rimpiazzato. De Rossi? Meglio averlo con noi che contro ma io e Sabatini sappiamo di chi abbiamo bisogno» - e moduli: «Il 4-3-3 sarà uno dei sistemi che utilizzeremo. Forse quello privilegiato». Per carità, nessuno giustifica gli insulti e bisogna dare tempo al francese di capire il contesto nel quale si trova. Tuttavia in un momento dove alla Roma non c'è serenità, gettare benzina sul fuoco non aiuta. All'inizio di questa nuova avventura, servirebbe qualcuno che spiegasse a Garcia quanto accaduto da queste parti negli ultimi due anni. Perché poi, quando la frittata è fatta, non serve evocare slogan - «La Roma non si discute, si ama» - al canale tematico del club. Garcia deve sapere che il malumore della gente non si spiega solamente con il sesto e settimo posto in classifica delle ultime due stagioni. Ci sono anche le 29 sconfitte, i 4 derby persi (l'ultimo in finale di coppa Italia) sui 5 disputati, i 110 milioni spesi all'alba della terza rivoluzione tecnica che vedrà partire l'acquisto più talentuoso (Marquinhos); le promesse di fare «della Roma una regina» e poi vederla dopo 17 anni per 2 stagioni consecutive senza Europa; le goleade subite contro Cagliari, Atalanta e Lecce (con gli allenatori avversari che invitavano la propria squadra a non infierire ulteriormente) o le sconfitte inermi con Palermo e Chievo e il pareggio in casa contro il Pescara retrocesso; l'eliminazione dai gironi preliminari di Europa League per mano dello Slovan; il ritorno all'autofinanziamento; il restyling del logo che non è piaciuto alla tifoseria; l'addio di Baldini, arrivato invece come la stella cometa da seguire per portare a compimento «la rivoluzione culturale»; l'empasse sul rinnovo contrattuale di Totti; la trattativa grottesca per la cessione della metà delle quote della proprietà Usa al fantomatico sceicco Al Qaddumi; aver scaricato Zeman perché reo di aver criticato l'assenteismo dei dirigenti, accomodanti con i calciatori e incapaci di far mantenere le regole all'interno di Trigoria. Ma forse di queste cose, Garcia è già stato messo al corrente.
FINE DEL SOGNO Quello che non sa, è che in questi due anni è andato in fumo soprattutto un sogno, quello che nell'aprile del 2011 fece credere di poter fare calcio in modo diverso dalle abitudini italiane. Quello che voleva il club non parlare di arbitri, proporre un modello diverso di gestione (per poi ridursi ad avere 4 allenatori in 3 anni) e che invece, oltre a non produrre risultati, ha incrinato la storia tra De Rossi e la squadra della sua vita e sta insinuando nel capitano di sempre, Totti, il dubbio di poter fare la fine di Del Piero. Ecco, se qualcuno spiegasse queste cose a Garcia, il tecnico capirebbe di aver commesso una leggerezza e che quanto scritto sinora è un consiglio e non una critica.
DAL BRASILE, MARCOS AL PSG Intanto Sabatini è attivissimo sul mercato. La Roma ha inviato un'offerta ufficiale all'Arsenal per Gervinho. Tra fisso e bonus, è molto vicina alla richiesta di 8 milioni dei Gunners. Per Maicon, se il City partecipa all'ingaggio, si farà. Psg in pressing su Marquinhos che preferirebbe però il Barcellona. Per il quotidiano Estado de Sao Paulo, invece, il giocatore è già dei francesi per 35 milioni. Si attende il via libera del Napoli per De Sanctis.