La penna degli Altri 04/07/2013 09:46
"Non siamo un brand"
PASSO INDIETRO
Discussione che con il trascorrere delle ore ha assunto toni allOk Corral, soprattutto nei social forum. Al punto che Venditti ha deciso di fare un passo indietro: «Purtroppo è impossibile parlare della Roma in maniera pura e sincera ha scritto sul proprio profilo facebook - e molti di voi pensano chissà a quale affare e malaffare ci sia sotto. Vi comunico che vi lascio alle vostre dietrologie e alle vostre guerre personali. Chi vuole capire, capisca. Io sono Antonello, non ho nessun padrone e soprattutto nessuna paura di esprimere le mie idee. Dico solo Grazie e Forza Roma».
LE REAZIONI
Le parole del cantautore, continuano però a far discutere. Lattore Giulio Scarpati, volto noto della televisione grazie allinterpretazione del ruolo di Lele Martini nella fiction Un medico in famiglia, è sarcastico: «Non è tanto il senso della romanità, a volte è il senso del ridicolo
Abbiamo trattato con uno sceicco che non era tale, parliamo da due anni di brand, di marchio e di esportare allestero il nome della Roma. Tuttavia se non cè una squadra che funziona, i gadget resteranno nel cassetto. Prima di pensare ad unoperazione commerciale cè una squadra da costruire». Scarpati non punta dunque lindice sul senso dappartenenza venuto meno ma sui risultati insufficienti: «Non sono legato alla romanità, quello sinceramente lo ritengo un falso problema. La Roma è la Roma: può avercela qualsiasi proprietà ma resta la Roma. Per carità, non voglio essere frainteso: linno di Venditti è bellissimo e teniamocelo stretto. Sono però più preoccupato dal fatto che per ora cè molta teoria da parte della dirigenza e pochi fatti. A parole va bene lo stadio, va bene tutto. Però prima devi creare una squadra competitiva. Mi sembra che si parta dalla fine e non dallinizio». Perplessità che lo accomuna allattore Massimo Wertmuller: «Quando Pallotta dice che la Roma va gestita come unazienda, ricordo che è il senso di appartenenza che dà limportanza di una cosa. In questo senso sono molto preoccupato: poniamo il caso che il businnes-Roma, come lo chiamano loro, venga meno perché non porta utili. Che facciamo? Lo buttiamo? Non parliamo di unacciaieria che dici più ferro abbiamo, più ne vendiamo. La Roma è una squadra dietro alla quale si muove la passione di milioni di persone».
«CHE DELUSIONE»
Amara la constatazione dellattore Stefano Masciarelli: «Questa gestione americana sembra quella di scherzi a parte. Abbiamo una società che non esiste e un presidente fantomatico per il quale la Roma è un semplice investimento. Non mi meraviglio, nel mio piccolo lavevo capito dal primo momento che lAs Roma stava svanendo perché data in mano a persone che non conoscono né gli usi tantomeno i costumi di questa città. Ma si può andare dal Papa e dargli la maglia dei Boston Celtics? Se proprio non ne puoi fare a meno offrigli anche quella della Roma, senza che debba farlo Totti che rimane per me tifoso lultimo baluardo».