La penna degli Altri 17/07/2013 09:26

Il carrarmato ultrà finisce in procura

L’INCHIESTA
L’indagine della Figc tenderà a stabilire se ci sono delle responsabilità per i tesserati, in questo caso di Migliaccio. Qualora il calciatore appena acquistato dal Palermo fosse ritenuto coinvolto direttamente nell’accaduto verrà deferito e quindi sarebbe a rischio di un’ammenda (come accaduto in passato per il milanista Ambrosini, per uno stendardo contro l’Inter) e, per responsabilità oggettiva, anche l’Atalanta. Che ieri non ha voluto commentare la faccenda. In ambienti vicini alla dirigenza nerazzurra, comunque, si fa notare che i giocatori non sanno nulla di che cosa accadrà quando si presentano alla festa dei tifosi. Damiano Tommasi, ex calciatore della Roma e attuale presidente dell’Aic (Assocalciatori) ha così commentato: «Non so se si fa peggio a parlare di certi episodi. Certo, è un modo curioso di vivere il tifo. La presenza di Migliaccio sul carrarmato? È appena arrivato dal Palermo, non penso immaginasse cosa avrebbero fatto con quel cingolato», il virgolettato.
 
LE REAZIONI
Daniele Belotti, ex consigliere regionale leghista e molto vicino alla curva nerazzurra (la procura di Bergamo nei giorni scorsi ne ha chiesto il rinvio a giudizio per i suoi rapporti con i capi ultras), ha detto la sua con vigore. «Non scherziamo, si è trattato solo di una goliardata. A Roma si preoccupassero piuttosto dei trenta accoltellati l'anno, tra cui anche tre atalantini alcuni anni fa», le sue parole. Da segnalare che in un sondaggio promosso ieri da L’Eco di Bergamo, oltre il 60% dei votanti ha giudicato come una goliardata, e non come un gesto deprecabile, quanto accaduto domenica sera alla festa della Dea. «Si è offesa una à e la civiltà. Il sindaco di Bergamo si scusi per il comportamento dei tifosi e cittadini della sua à», le parole dell’ex deputato Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio. «Da tifoso di calcio capisco gli eccessi e non mi piace la repressione contro i tifosi. Ma a Bergamo si è offesa una à e la civiltà perché quel carro armato che schiaccia una vecchia auto con i simboli della Roma va oltre ogni limite calcistico. Ora aspettiamo che il sindaco di Bergamo si scusi per il comportamento dei tifosi e cittadini della sua à. Al sindaco Marino il compito di alzare la voce e far rispettare la sua à e i suoi colori», ha dichiarato a Radio Roma Capitale. «Riteniamo si tratti di un gesto simbolicamente orribile, che nulla ha a che fare con il calcio e con lo sport in generale. Non vogliamo che la nostra à e la nostra provincia vengano identificate e accomunate a gesti violenti, orribili e volgari, che nulla hanno a che fare con la tradizione e la cultura della nostra gente», ha commentato il Movimento Consumatori di Bergamo.