La penna degli Altri 23/07/2013 14:40

E se quel gesto di Totti si rivelasse l'inizio di tutto?

Un gesto che, per quanto bello, sarebbe rimasto un capolavoro a metà, senza una sensibilità capace di accoglierlo. Quella di Osvaldo, ragazzo tempestoso, deviata a volte da un ego fin troppo presente a se stesso. Il capitano, ragazzo di poche parole, ma generoso come pochi, è stato ispirato e puntuale in quel momento, in cui gli ottusoidi in tribuna si ostinavano con il solito striscione insultante e nullatenente. Gesto sublime perché li ha spiazzati, delicato e micidiale allo stesso tempo, come un gancio al fegato. Sconfessati dal loro stesso totem, i beceri, una minoranza, restavano anche senza pannolone. E l’Osvaldo Furioso si scioglieva, il tempo di mandare quella palla in rete, perché così doveva essere.

Non stancatevi di guardarla la foto dell’abbraccio tra Osvaldo e dopo il rigore. Ingigantite con una lente il fotogramma, di spalle, Osvaldo che lo stringe a sè, l’occhio sinistro appena percepibile, una tenerezza che eccede il consueto abbraccio post coitum del gol. C’è gratitudine e c’è abbandono in quell’abbraccio. A seguire, gli abbracci di tutti i compagni. E Osvaldo che rientra nello spogliatoio e si precipita. Ma no, non è la doccia o altro, l’urgenza è spedire subito un messaggio all’amico, ringraziarlo, fargli capire quanto era stato speciale quel gesto, spedirlo quando ancora lui non poteva leggerlo. I due non erano due qualunque. Avevano addosso una maglia romanista, la nuova, bellissima maglia romanista, faccio fatica a ricordare una “storia” romanista più bella di questa. E se la nuova Roma partisse da qui? Se fosse questo il segno?