La penna degli Altri 03/07/2013 10:14

Cinque motivi per tenere De Rossi



1. ETÀ - Scrive "Panorama": «La carta d’identità non gioca affatto a favore di Capitan Futuro, che pazientando ancora qualche anno prima di vedersi insignito della fascia, rischia di veder spuntare rughe e capelli bianchi». A conviene andarsene «perché le incomprensioni sotto Baldini e e la gestione tecnica di Zeman, probabilmente hanno rovinato un rapporto roseo sbocciato dai tempi dell’infanzia». Ma non solo. «Forse conviene ancor di più alla società, ora che l’italiano compirà ormai 30 anni il prossimo 24 luglio e non è più un giovanotto». A parte il fatto che il rapporto «roseo» non è «sbocciato», perché la Roma non è un qualcosa che sboccia ma un qualcosa con cui nasci, non si capisce perché mai l’età sia un problema. Anzi, semmai il problema di questa Roma è stato finora l’opposto: una squadra troppo giovane, spesso inesperta, che dei valori della maglia, del senso d’appartenenza che acquisisci con la maturità, ha saputo poco o nulla. I prospetti, i crack ventenni, i Lamela e i Marquinhos, sono i benvenuti. Ma assieme a loro servono dei calciatori esperti, che guidino lo spogliatoio, gente come e , ma anche come l’ormai ex Perrotta. Gli scudetti si vincono così.



2. AFFARI - «In passato - dice "Panorama" - il nome di si sposava bene solo con cifre da capogiro; 35/40/45: ok, il prezzo è giusto. Oggi le cose sono notevolmente cambiate, perché per una cifra che sfiori i 15 milioni di euro (ma anche qualche milioncino meno), verrà con tutta probabilità ringraziato e salutato da , e Pallotta tutti assieme. E questa è l’ultima occasione per incassare un gruzzoletto significativo dalla sua cessione da poter reinvestire sul mercato. I 30 sono il giro di boa della irrimediabile svalutazione di un giocatore; passato quel traguardo, la strada è tutta in discesa. Ma per gli acquirenti». Il «gruzzoletto significativo», in realtà, la Roma non lo ha realizzato nemmeno un anno fa, quando a Trigoria ricevettero una proposta indecente (in negativo) dal Manchester : cifre di gran lunga (ma di gran lunga) inferiori ai ventilati 30 milioni. Stando al ragionamento del settimanale, un fuoriclasse come andrebbe quindi svenduto per incassare una somma modesta. Basterebbe sfiorare «i 15 milioni di euro», con aggiunta di una parentesi: «ma anche qualche milioncino meno».



3. INGAGGIO MONSTRE - Per "Panorama", la terza ragione per cedere è l’ingaggio. «Un conto è percepire stipendi da capogiro a Parigi o a Manchester, dove i rispettivi sceicchi continuano a fare le fortune - economiche - dei propri giocatori, ne sanno qualcosa Ibrahimovic e Aguero. Un altro è guadagnare 6 milioni di euro netti, in una società come la Roma, che al contenimento dei costi legati agli stipendi fa grande attenzione, con alcune comprensibili eccezioni (). (...). L’eventuale cessione del centrocampista romano consentirebbe un sensibile abbassamento del monte ingaggi. E con il fair play finanziario che incombe, sarebbe un bel passo avanti». Ora, è vero che il «contenimento dei costi» è un obiettivo dell’ad Claudio , ma lo era anche un anno fa, quando a fu offerto un rinnovo a quelle cifre ritenute - adesso - «monstre». E se la Roma lo ha fatto, e lo ha fatto non dieci anni fa ma dodici mesi fa, è perché era convinta che il famoso o famigerato progetto passasse per i piedi di un calciatore che già un anno fa non poteva considerarsi certamente più giovane (vedi il punto 1...). Non conquisti uno scudetto senza i top player. Per capirci, se la Roma non avesse preso Batistuta pochi giorni dopo uno dei giorni più infausti di chi romanista lo è dalla nascita, quasi certamente non avrebbe vinto il campionato.



4. RENDIMENTO IN CALO - "Panorama" cavalca poi il cavallo di battaglia degli antiderossiani, quello del calciatore double face: «Le buone, buonissime, prestazioni offerte con Prandelli in Confederations Cup non sono affatto quelle mostrate nel repertorio personale delle ultime stagioni giallorosse. Apparso appannato in campo, anche per le tensioni dentro e fuori lo spogliatoio che ne hanno mi nato la serenità». Vero tutto. O quasi. È vero che in quelle dieci, quindici, partite stagionali in azzurro ha giocato meglio che nelle 29 con la maglia della Roma. Ma è vero anche che il rendimento è stato condizionato dalle «tensioni dentro e fuori lo spogliatoio». Il punto è proprio questo. gioca da quando è tranquillo, quando sa di godere della stima del suo allenatore, quando non viene quotidianamente insultato da quella che dovrebbe essere la sua gente. E che forse non sente più come la sua gente. Solo la sua Curva non lo ha contestato. Mai. Solo: ecco, questo è il problema.



5. E IL SISTEMA DI GIOCO - 
Sostiene "Panorama": «L’arrivo del tecnico francese (...) cambia le carte in tavola. Il suo modulo preferito è il o, all’occorrenza, il più offensivo . Il centrocampo è il settore cruciale del gioco di , che a Lille era solito schierare un playmaker affiancato da due mastini (...) capaci di buttarsi negli spazi all’occorrenza. E con l’eventuale approdo del tuttofare le caselle del centrocampo verrebbero completate con e (o Bradley, se dovesse restare). (...). La strada intrapresa sul mercato, però, pare ormai questa. E porta all’uscita di scena di ». Quindi è più forte di ? Quindi non potrebbe fare l’intermedio di centrocampo, come fa con la Nazionale? E nell’eventualità che potesse farlo, sarebbe peggio di questo qua e di un Bradley e di un che, per carità, sono due splendidi esempi di professionalità, ma che sono pur sempre Bradley e ? Il rischio, a pensarla così, è quello di avere un Panorama limitato.