La penna degli Altri 18/07/2013 10:13

Calcio Totale generazione 2.0

IL FILO ORANGE - Appunto: bisogna partire da quell’idea lì per inquadrare , 23 anni compiuti a febbraio, centrocampista universale che in una immaginaria discendenza generazionale - quarant’anni dopo la più bella Olanda di sempre - rappresenta il punto di un arrivo di un processo partito da molto lontano, una sorta di evoluzione della specie che ha fatto di questo ragazzo un esempio di replicante 2.0, un giocatore perfetto per questi tempi da due tocchi e via. (...)

Mancino taglia e cuci, meneur de jeu davanti alla difesa (eppure nasce come trequartista), ma anche esterno di centrocampo in un ipotetico , puntuale e mai banale nel fraseggio, dotato di un discreto lancio, l’assist nel suo repertorio (20 nel biennio al Psv), la capacità di azzannare (con moderazione) le caviglie avversarie (mica per niente il paragone più frequente in queste ore è quello con l’ex milanista Van Bommel); è la dimostrazione che in Europa (Italia esclusa) se ci sai fare non stanno lì a disquisire sulla carta di identità: a 18 anni ha esordito con lo Sparta Rotterdam nella B olandese, un anno e mezzo dopo era al Psv (curiosità: con lui pure Mertens, oggi al , passò da Utrecht a Eindovhen), a 20 ha debuttato con l’Olanda del dopo-Mondiale sudafricano in una amichevole contro l’Austria, a 22 il nuovo ct Louis Van Gaal l’ha preso da parte e gli ha detto: il capitano sei tu. (...)

PREDESTINATO - La personalità (in campo) non gli manca. L’aveva cercato il Tottenham, lo voleva il Manchester Utd. Sir Alex Ferguson, soltanto un anno fa, l’aveva inserito nella lista dei giovani più promettenti d’Europa. Come tutti gli olandesi di talento, anche Kevin ha capito che il suo apprendistato in patria era finito, concluso, inutile andare avanti: quello che doveva imparare l’ha imparato. L’Olanda - per chi ci nasce e ci cresce - è un trampolino, mai un approdo. L’ex ct dell’Olanda, Bert Van Marwijk, che l’ha lanciato in orbita internazionale, ha detto di lui: « E’ un mix tra De Jong e Van der Vaart ». La prima qualità? Il riciclaggio di palloni. Sempre Van Marwijk: « Gli dai un pallone sporco e lui te lo restituisce pulito ». La seconda qualità? La lettura del gioco. E’ svelto nel comprendere dove tira il vento. La terza qualità? E’ prudente. Dosa, non osa. (...)