La penna degli Altri 02/06/2013 11:24

Trigoria, i tifosi alzano la voce

OBIETTIVI - Gli attuali problemi della Roma sono reali ed amplificati dalla sconfitta delle sconfitte, quella che ha portato i tifosi della Lazio a preparare “il funerale” del club giallorosso. Rabbia, frustrazione, delusione o peggio disamoramento, si individuano nitidi nell’aria romanista, ormai da un anno a questa parte. A farne le spese ora è tutta la dirigenza, nessuno escluso. Dal presidente Pallotta e collaboratori, fino ai manager scelti per le avanguardistiche politiche di marketing e comunicazione: sono tutti nel mirino.  «Perché a una settimana dal disastro non c’è stato alcun segnale? Perché nessuno ci ha chiesto scusa o si è dimesso?» . Sono le domande poste con garbo da alcuni dei partecipanti al sit-in di protesta. Il resto sono cori e striscioni che lasciano poco spazio all’immaginazione.  «Fuori i laziali da Trigoria» , con chiaro riferimento al direttore sportivo al quale scrivono  «vai a pascolare» . Non si salva l’altro direttore, quello generale Franco Baldini:  «La messa è finita» si riferisce ai modi sempre troppo perbenisti con i quali l’ex ds delle battaglie ai poteri del calcio si è ripresentato a Roma dopo aver assaporato e vissuto gli alti salotti di Real e Nazionale inglese. A Pallotta viene urlato  «caccia i soldi» . Di mezzo ci vanno anche Mauro , avvocato-consigliere principale del club e artefice dell’arrivo della cordata statunitense, e Catia Augelli, manager addetto al reparto comunicazione: perché al di là dei risultati, disastrosi a parte qualche exploit, sono le politiche del club che non lasciano dormire sonni tranquilli.  «Ma si può lasciare la sciarpa celebrativa del derby in vendita sul sito ufficiale?» si chiedono l’un l’altro due ragazzi con l’ombrello in mano e lo sguardo affranto. Si può? E ancora:  «L’unica cosa che ci hanno detto è che si andrà ancora in tournée... Fate voi»
 
ABITUDINE - E mentre si inneggia ai nomi di romanisti storici quali Bruno Conti, e Aldair, e si offendono anche giocatori come e Osvaldo, si capisce chiaramente che la gente romanista - o comunque gran parte di essa - è stufa ed è pronta a mandare via l’intero management attuale. Ecco il coro in romanesco:  «Nun se vedemo più, se salutamo adesso...» . Già nelle prossime ore la gente si aspetta un segnale da coloro che sono individuati come responsabili della peggiore Roma degli ultimi trent’anni (se non a livello di risultati, lo è sicuramente come distanza dal proprio pubblico). (...)