La penna degli Altri 08/06/2013 11:04

Roma nel caos. Pallotta torni qui



Questa è una situazione che non riesce a sbloccarsi. Si è dimesso Franco Baldini e sembrava che tutto potesse risolversi al più presto. Nemmeno per idea. Pallotta, il presidente, dovrebbe pronunciarsi e fare un nome. Ma del calcio italiano conosce ben poco e quindi deve fidarsi dei suoi più stretti collaboratori, i quali, al contrario, tentennano. , in primo luogo. Rimasto il solo (o quasi) a comandare, ha una grande paura di compiere un passo falso. Sarebbe il terzo, dopo Luis Enrique e Zeman. La piazza, già stanca, non gli perdonerebbe un altro errore. Così, la matassa si ingarbuglia e non se ne riesce a prendere il capo. A proposito dei tifosi: qual è il loro orientamento? Preferirebbero un italiano sulla panchina della Roma. Ma l’unico di cui si è fatto il nome finora è Roberto Mancini. Con un passato laziale. Ed allora? A questo punto, le scuole di pensiero sono due: c’è chi dice che il calcio è professionismo e non ci si deve fermare dinanzi a simili quisquiglie; e c’è, invece, chi afferma che la storia non si cancella e che giammai un «biancazzurro doc» sulla panchina giallorossa.



Sono tutti sintomi di una società che vive uno stato di confusione. Non è una novità: da quando gli americani sono entrati a Trigoria, la squadra non ha vissuto momenti esaltanti. Di chi è la colpa? Di Baldini che si è dimesso? Forse, ma è inutile discutere ora del passato. Di ? Può darsi. Lui, però, è ancora in sella e dovrà spiegare a quanti vogliono bene alla Roma perché si continuano a commettere tanti errori. La verità è che ci sarebbe bisogno di un presidente a tempo pieno. Per carità: mister Pallotta è una persona intelligente e preparata che vive, ahimè, lontano. Ricordiamo tutti insieme un saggio proverbio: «L’occhio del padrone ingrassa il cavallo». Ecco, Trigoria dovrebbe avere un numero uno presente tutti i giorni