La penna degli Altri 20/06/2013 11:20
Garcia, un duro a Roma: «Sarò la vostra guida Non ho paura di niente»
«Ognuno ha i suoi metodi di lavoro, ma se cè una cosa lampante è che bisognerà lavorare. La Roma non ha bisogno di ritrovare lanima perché ce lha già, limportante è che la squadra vinca qualcosa. In ogni gruppo ci sono delle regole e ci deve essere una guida: io sarò la guida di questa squadra». Lo spogliatoio ha due leader, Francesco Totti e Daniele De Rossi, ma se sul primo Garcia si sbilancia («È un grandissimo, che avrà un ruolo fondamentale sia in campo che fuori») sul secondo è costretto a equilibrismi dialettici per evitare di peggiorare ulteriormente una situazione già pesante dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi in Nazionale dal centrocampista, che forse per la prima volta in carriera sta prendendo in considerazione lipotesi di un divorzio. Garcia ci gira intorno («Ho grande voglia di incontrarlo, come tutti gli altri calciatori ha grande talento e può giocare in più ruoli, ma prima ci voglio parlare») ma per lui non usa mai la parola incedibile, come fece invece due anni fa Luis Enrique. «Non mi va di parlare individualmente dei calciatori, stiamo ragionando con Sabatini su quale faccia avrà la Roma nella prossima stagione».
Sul mercato, però, tiene a specificare che non sarà uno yes man del ds Sabatini: «Tutte le decisioni le prenderemo insieme, nessuno verrà a Roma senza il mio assenso. Il portiere? Per una grande squadra ci vuole un portiere molto forte, quindi ne troveremo uno efficace». Si definisce «ambizioso» come persona e «un diesel» nel lavoro: «A Lilla però quattro volte su cinque ci siamo qualificati per lEuropa. La mia filosofia di gioco non cambierà. Se si gioca bene ci sono più possibilità di vincere la partita, ilmio obiettivo è sempre quello di fare un gol più dellavversario. Limportante è che ci venga dato tempo di lavorare, anche se nel calcio il tempo non cè mai». Non sembra preoccupato del fatto che da buona parte dei tifosi sia considerato, nella migliore delle ipotesi, una terza scelta dopo i rifiuti di Allegri e Mazzarri: «Sono in contatto con la Roma da due anni, siamo in un grande club, con una proprietà ambiziosa e per me è un orgoglio essere qui. La cosa importante non è essere la prima scelta di una squadra, ma essere lallenatore della squadra».