La penna degli Altri 09/06/2013 10:31

Faccia da film, carisma da Mou: è l’uomo giusto

Chi ci doveva riscattare? Quella parodia di ? Quella faccia da grullo trapuntata di denti, per non parlare della voce? Non c’era bisogno dell’ultima eclatante conferma per apprezzare la “personalità”, si fa per dire, di Allegri. Bastava riguardare la conferenza stampa di presentazione a Milanello, la sua fantozziana sudarella, l’imbarazzo corposo con cui ingoiava, steso a tappetino, lo show egorroico di Berlusconi. Due anni dopo replica. S’è fatto sculacciare e umiliare pur di conservare la cuccia. Allegri, si capisce, è uomo che sa stare al mondo, ovvero l’arte d’incassare tutto e strusciare sotto traccia. Buon per lui, ma non fa per noi. Pericolo scampato. E quattro milioni d’euro risparmiati in due anni. Ci compri due femori di Paulinho (prendi lui, Roma, e sarai già, subito, dove meriteresti di essere!). Mazzarri? E’ tosto, volitivo, ma non ha un briciolo di genio, la sua faccia è rocciosa, senza un minimo di luce, la sua è la mediocrità dei forzuti disciplinatori. A Roma sarebbe sopravvissuto a stento, solo indovinando una caterva di risultati.

a Trigoria sarà una liberazione. Fidatevi. Non ho mai capito se, dopo una certa età, si finisce per somigliare alla propria faccia o è la faccia che finisce per somigliare a quello che si è. Quella di , solo per il fatto di circolare a Trigoria, sarà il manifesto di un nuovo film. Fidatevi. Cosa pensate sia lo strombazzato “carisma” di Mourinho? Faccia più voce. Aggregate a un pensiero non banale e un’idea grandiosa di sé. I giocatori non sono con lui. I giocatori si farebbero impalare per lui. Perché lui è quello che loro vorrebbero essere. La loro proiezione ideale. ha i numeri per eguagliare Mourinho. Fidatevi. Luis Enrique diventò subito una caricatura e non per colpa di Fiorello. Non aveva la faccia e non aveva una storia. Zeman aveva la faccia giusta, ma troppe questioni sospese nell’anima, troppi veleni che lo annebbiavano. Quella faccia diventò cupa e poi torva. (...)

La faccia di brucia. Guardatela bene. Passione pura. Ma senza la sensibilità femminea di Enrique. sa ridere di gusto quando è il caso. Ma ti sa dire due cose definitive guardandoti negli occhi. Quello che ci vuole a Roma. Il suo scudetto vinto al Lille ne vale cinque di quelli vinti da Allegri al Milan o al Paris Saint Germain. La promozione in Ligue 1 con il Digione o la semifinale, l’anno dopo, in coppa di Francia valgono lo scudetto col Lille. Votato nel 2011 tra i primi dieci allenatori del mondo. Aimè Jacquet, tecnico della Francia campione del mondo ‘98, mica l’ultimo dei cretini, lo definì il “più interessante” degli allenatori di ultima generazione. Uno e trino. Inizia come , si specializza come tattico, si afferma come allenatore. Se non sai chi è , non è colpa di . Meglio, molto meglio lui di Laurent Blanc. Che ha tutto addosso, per quanto ben mimetizzato, quel sopracciò cronico dei francesi. Meglio di Mancini. Strapagato, sopravvalutato e complicato, uomo permaloso come pochi e troppo background romano. Meglio di Bielsa, la cui pazzia è interessante ma non ha freni e oggi, a Trigoria, la pazzia, se deve essere, ha bisogno di un metodo. E poi, volete mettere? contro Petkovic sarebbe la sfida più suggestiva lungo il Tevere dell’ultimo mezzo secolo. Due uomini, due facce, due leader: un classico alla John Huston.