La penna degli Altri 28/06/2013 10:50
E adesso impariamo a vincere
Pirlo e De Rossi sono stati spesso due difensori aggiunti, passare al centro era impossibile. Sulle fasce né Silva né Pedro hanno avuto dribbling a disposizione. Nel primo tempo la Spagna non ha fatto un tiro in porta. Erano anni che non si vedeva così in imbarazzo questa squadra leggendaria. Senza velocità, il pallone tornava allItalia quasi per sfinimento. La parte migliore italiana è stata però la ripartenza. Con avversari così lenti, gli spazi che si sono aperti al contropiede sono stati molti più dello sperabile. È nella pericolosità del contropiede che si perfeziona un buon gioco difensivo, altrimenti subisci e basta.
LItalia invece ha messo a lungo in imbarazzo la difesa spagnola abbandonata dagli errori di Xavi e Iniesta. Hanno comandato soprattutto Maggio e Candreva a destra, ha fatto bene Giaccherini a sinistra. E Gilardino nel primo tempo ha confermato lintelligenza tattica che gli consente di dare colore alla perdita del vecchio senso del gol. Del Bosque ha confermato di essere un grande tecnico perché per la prima volta ha chiesto si suoi di cambiare gioco e non attaccare nel secondo tempo. Ha rovesciato la condizione naturale della squadra e ha lasciato fosse la Spagna ad aspettare lItalia. E lì la partita regolare è finita nel grigio. Senza spazi noi, senza fiato loro, praticamente nessuno ha tirato in porta. È diventata una partita tattica dove ognuna delle due squadre si è mescolata con laltra.
LItalia ha sempre corso di più, a conferma che non erano le energie a mancare ma il piacere di saper giocare. Abbiamo rivalutato non tanto una Confederation che abbiamo comunque sempre onorato, ma una lunga serie di luoghi comuni. A questa squadra manca ancora un gioco dattacco che non sia levoluzione del contropiede. Tutte le nostre grandi nazionali hanno avuto grandi attaccanti. Questa è aggrappata alle spalle ancora giovani di Balotelli. Al suo posto un ottimo professionista come Gilardino, ai suoi lati ragazzi a tutto campo come Candreva e Giaccherini, non giocatori universali del tipo Totti o Del Piero, per non parlare di Baggio, Vieri o Signori. È tutta lì la salita di Prandelli che però moltiplica pani e pesci con sapienza. È stato tutto quasi entusiasmante e mai decisamente bello. Batterci è tornato difficile anche per le grandi squadre (Brasile e Spagna). Ma batterle noi, resta ancora un po più difficile.