La penna degli Altri 09/06/2013 10:59
Da De Laurentiis a Osvaldo: il vizio di sfogarsi in 140 battute, ma cè tutto il mondo che legge
Il caso Il problema è che non tutti hanno capito come twitter non sia un giochino privato, specie se utilizzato da personaggi pubblici. Le conseguenze possono essere devastanti. E costata, ad esempio, lesclusione dai Giochi di Londra linfelice battuta dellatleta Voula Papachristou mentre in Grecia divampava unepidemia dovuta agli insetti («Quanti africani in Grecia, le nostre zanzare del Nilo potranno mangiare cibo fatto in casa»). Indifendibile. Potrebbe costare ripicche di mercato il tweet di Aurelio De Laurentiis dopo la vittoria sul Cagliari, dedicata ad Astori e Nainggolan. Avevano rifiutato la cessione al Napoli, difficile la accettino oggi. Le esternazioni della signora Snejider sulla situazione del marito che non giocava mai portarono addirittura al divieto di twittare sullInter. Finì che i coniugi Snejider lasciarono lItalia, salutandola ovviamente con un tweet. Si è messo in cattiva luce (anche) per un tweet lattaccante Osvaldo, che dopo la sconfitta in coppa Italia con la Lazio invitò lallenatore Andreazzoli, che lo aveva escluso dalla formazione iniziale, ad andare a festeggiare con gli avversari. Più delicato, altrettanto polemico, Gonzalo Rodriguez, difensore della Fiorentina, dopo il successo del Milan a Siena allultima giornata: «Se dico quello che penso, non gioco più in Italia». E pur non dicendo niente, fece dire di tutto a chi lo lesse.
Precedenti Insomma, social network che usi, problemi che trovi. Sembra passato un secolo, non era ancora twitter, però bastò una risatina su Facebook («No Cerci, no coppa Italia ah ah ah. Ciao Delio, ciao tifosi») per scatenare il putiferio a Firenze. Era stata la fidanzata del calciatore, piccata per la sua esclusione, a sfogarsi così dopo leliminazione dei viola dalla competizione. Ovviamente oggi Cerci gioca in unaltra squadra. Insomma, a maneggiare certi giochini, alla fine si può rimanere scottati. Tante volte, sarebbe meglio una telefonata. Ma se non siete daccordo, prendetevela pure con lautore di questo articolo. Ovviamente con un tweet.