La penna degli Altri 28/05/2013 10:07

Roma, la svolta è Allegri

Per carità, si può sempre fare peggio, ma Allegri è convinto che nonostante tutto ci siano le basi per costruire una Roma vincente. La società ha bisogno di una scossa immediata dopo il derby, anche per calmare un ambiente inferocito, così ieri ha chiesto al tecnico di decidere in fretta. La telefonata partita in mattinata da Trigoria ha sortito gli effetti sperati: Allegri ha incontrato Galliani, manifestando tutte le sue perplessità su un futuro al Milan dopo le frecciate di Berlusconi, e si è preparato il terreno per la rescissione. Anche a costo di perdere i soldi dell’ultimo anno di contratto: ci penserà la Roma ad accontentarlo, limando verso l’alto il triennale da 2.7 milioni netti già accettato dall’allenatore.

La Roma è disposta ad aspettare Allegri al massimo fino a giovedì. Vorrebbe chiudere prima e già oggi è possibile un’ulteriore svolta. Intanto si guarda attorno e sfoglia la margherita degli altri allenatori rimasti sul mercato: Pioli e Panucci sono le opzioni italiane, entrambe poco solide per motivi diversi, Bielsa e Pellegrini (destinato però al ) i candidati stranieri, circondati da altrettante perplessità. Ci hanno ragionato insieme per ore ieri mattina il ds insieme a , Baldini e Zanzi a Trigoria, mentre Pallotta è ripartito per Londra e aspetta relazioni. Poi secondo round nel pomeriggio tra e Andreazzoli che insieme hanno fatto una sorta di bilancio della stagione, esaminando uno a uno il rendimento dei giocatori da ogni punto di vista. Tattico, tecnico e comportamentale. La «schedatura» dell’allenatore uscente (resterà comunque nello staff) contribuirà a definire le stategie di mercato. Cessione di Osvaldo a parte, sono in partenza Stekelenburg (al Fulham), Goicoechea, Piris e Tachtsidis che non verranno riscattati, ma non solo. A seconda delle offerte gran parte della rosa è potenzialmente sul mercato, compreso che stavolta sembra davvero orientato al divorzio con la Roma: Mourinho lo aspetta al Chelsea.

L’altra questione primaria riguarda il futuro di Baldini. Il è pronto a farsi da parte e se le dimissioni arriveranno, Pallotta non le respingerà. Un altro segnale richiesto da una piazza in subbuglio. Nel giorno della grande depressione romanista, tornano in mente le immagini della disfatta e se ne aggiungono di nuove. Per capire come sarebbe andato a finire il derby bastava vedere facce e atteggiamenti dei giocatori negli spogliatoi prima di entrare in campo: si abbracciavano tra loro come se dovessero partecipare a un funerale, non a una partita.