La penna degli Altri 08/05/2013 12:48
Lo stadio fischia il tifoso Giulio
Eppure Giulio Andreotti era romanista doc, uomo molto legato al pianeta giallorosso col quale ha interloquito diverse volte nella sua vita non ultimo in occasione dello scudetto vinto dalla Roma con Dino Viola alla presidenza nel 1983: tricolore, tra l'altro celebrato proproi ieri sera prima dell'evento sportivo con una passerella di ex scudettati romanisti. Era il suo periodo d'oro, padrone incontrastato della politica contemporanea e la squadra della sua città era salita sul tetto d'Italia diventando motivo di orgoglio per tutti: lui compreso. Ma il popolo romanista, evidentemente, ha fatto la tara e ha preso la sua decisione contestando il minuto di silenzio sullo scadere del quale è partito il più classico dei «forza Roma alè». Eppure, nel giorno della sua scomparsa la Roma aveva messo on lin e il suo cordoglio perla scomparsa di «uno dei politici più importanti della storia italiana , ma anche tifoso vero, uno che non ha mai nascosto la sua fede "pallonara" e che non aveva il timore di professarsi pubblicamente "lontano dalla Juventus" »: altro potere forte del periodo. E lo stesso Toni, bandiera romanista per eccellenza, aveva postato sul suo sito definendolo «amante dello sport, del calcio e tifoso romanista come pochi». Ma, come già successo in passato, unire sport e politica non sempre dài risultati sperati e stavolta la «risposta» non è stata del solito gruppetto di «agitati» ma dell'Olimpico intero. Voce di popolo...