La penna degli Altri 26/05/2013 11:49
La grande paura di Ponte Milvio Tutto chiuso, meglio non rischiare
È sabato pomeriggio, lo scirocco spazza il piazzale semideserto. Ai tavolini dei bar non si parla che di derby e di scommesse. Ma è sufficiente rivolgersi a titolari degli esercizi commerciali per aggirare un buon umore solo apparente e registrare tutta lapprensione per quanto riguarda il mantenimento dellordine pubblico. «Siamo qui dal 1980 racconta Francesco, 37enne proprietario della frutteria e non abbiamo mai chiuso per una partita di calcio, neppure quando ci fu la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester, ma domenica è diverso. Cè chi dice che i romanisti proveranno a riconquistare Ponte Milvio, che da anni è ritrovo dei laziali. Ci sarà la guerra, nonostante le misure di sicurezza, i mille agenti e gli altrettanti steward. Meglio rimanere chiusi, perderò mille euro dincasso, ma almeno sto tranquillo ».
La pensa allo stesso modo anche la responsabile del cocktail bar Aristocampo, «meglio non rischiare», sussurra prima di rimettersi al lavoro. «Io non ne voglio sapere nulla, sto andando in campagna proprio per sfuggire al caos afferma Susana Serpas Soriano, 36enne fotografa e artista, residente nel quartiere ho lasciato la macchina fuori zona proprio per evitare danni, speriamo bene». Domani «succederà il putiferio ne è sicura Alessia, 31 anni, responsabile del Chioschetto sotto la torretta del Valadier questo derby vale una stagione e anche di più. La tensione è alle stelle e dubito che filerà tutto liscio», aggiunge. Resterà aperto invece, il ristorante Pallotta. «Dal 1820 a oggi sa quante ne abbiamo viste esclama Emma, la titolare toglieremo i tavolini e le sedie allesterno, perché potrebbero diventare armi, e alle brutte ci chiuderemo dentro. Ma non ci facciamo intimidire da quattro violenti».
Saracinesche sbarrate invece, alla birreria Pink Panther di piazza Mancini. Marco, il titolare, taglia corto: «Domenica chiudo e mi vedo la partita, che sei pazzo? Allultimo derby sono passati qua davanti in cento con le accette in mano, mica aste di bandiera. Sei anni fa ci hanno lanciato un bengala dentro il locale, e per poco non siamo andati a fuoco. La domenica siamo sempre aperti, ma domani (oggi, ndr) si rischia grosso».