La penna degli Altri 03/05/2013 09:17
Il testa a testa del gol
PERCHÉ IL N.9
Per rabbia o per orgoglio, o semplicemente perché è un bravissimo attaccante, Osvaldo domenica passata allOlimpico ha segnato al Siena la sua prima tripletta. Questo vuol dire che litalo-argentino dal carattere bizzarro ha messo alle spalle il periodo buio (allOlimpico nel 2013 non aveva ancora segnato), tornando a fare benissimo la cosa che meglio sarà fare, cioè i gol. Tre reti una diversa dallaltra, una sorta di campionario completo del suo repertorio. Quindici gol in campionato, uno in coppa Italia e tre con la nazionale: 19 reti stagionali, finora. Il miglior cannoniere della Roma. E prima di togliere di squadra il miglior cannoniere occorre sempre pensarci molto bene. Anche perché per lui la partita di Firenze sarà speciale, essendo la società viola interessata al suo cartellino. E lui, Dani, è interessato a tornare a fine stagione a Firenze.
PERCHÉ IL N.22
Dopo aver recuperato dalloperazione al ginocchio, Destro ha segnato due gol in casa dellInter in Coppa Italia e qualche giorno dopo si è ripetuto con un gol al Pescara. Segno che lex senese ha smaltito alla grande la lunga inattività, dimostrando/confermando tutto il suo valore. Per lui undici reti stagionali, finora: cinque in campionato, altrettante in Coppa Italia e una con la nazionale. Un bottino non esaltante, ma neppure misero considerati tutti i problemi, fisici e tattici, che Mattia ha dovuto affrontare dallestate passata. A Firenze questanno ha già lasciato un segno pesantissimo, in Coppa Italia: gol-vittoria-qualificazione. Un piccolo dato in suo favore? Chissà. Complicato pensare che Andreazzoli cederà alla tentazione di utilizzare un centravanti per il campionato e un altro per la Coppa. Non avrebbe senso, se ci pensate bene. E non pensa neppure a impiegarli in tandem, sacrificando Totti o Lamela.
IL FUTURO
Di certo, nella Roma del prossimo anno sembra esserci più spazio per lui che per Osvaldo, ma nulla vieta di pensare che la coppia non scoppi. Tutto dipenderà dal nuovo allenatore, ricordando che la Roma dello scudetto 2001 in attacco aveva Totti, Batistuta, Montella e Delvecchio, e che lanno dopo a Trigoria arrivò anche Cassano. Questo per dire che prima di mandare via Osvaldo, la Roma deve pensarci mille volte. Insomma, la concorrenza, labbondanza, i dualismi sono falsi problemi se alla guida della squadra cè un tecnico di personalità e se ci sono regole chiare in società.