La penna degli Altri 29/05/2013 10:52

I mille dubbi di Max, esperto in inversioni a U

Dunque, se tanto mi dà tanto, i comportamenti tenuti negli ultimi mesi appaiono in linea con il personaggio, decisamente estroso come quando giocava a pallone. È infatti certo che già ai primi di febbraio, attraverso un emissario di fiducia, il tecnico rossonero abbia contattato i vertici italiani della Roma per informarli dell’intenzione di lasciare il Milan al termine della corrente stagione sociale, lanciando dunque la sua candidatura alla successione di Aurelio Andreazzoli, appena precettato sulla panchina giallorossa in sostituzione del sempre più naif Zdenek Zeman. Il dettaglio non è smentibile in quanto esistono precise testimonianze in proposito.

Che significa tutto questo? Che già quattro mesi fa Allegri si era reso conto del fatto che la prosecuzione del rapporto con Silvio Berlusconi sarebbe stata complicata quasi come scalare le Tre Cime di Lavaredo. La marcia di avvicinamento del nostro al pianeta romanista è successivamente proseguita con una serie di contatti in occhiali scuri prima di sfociare in un’intesa di massima che, pur in assenza di una vera e propria firma sul contratto, lo ha a esempio indotto a effettuare ricognizioni di mercato per conto del club di James Pallotta. E anche sotto questo profilo le conferme risultano inoppugnabili. Cosa può essere dunque accaduto di così decisivo da spingere Allegri a prendere tempo, incaponendosi nella ricerca di un appuntamento con Berlusconi nonostante la voglia presidenziale in proposito sia pari a zero? Sembra che qualcuno gli abbia suggerito di scandagliare più a fondo la reale credibilità della proprietà made in Usa e, di riflesso, la sua capacità di investimenti.

Insomma la mancanza di chiarezza risulterebbe ai suoi occhi (del tecnico rossonero) un freno inibitorio tutt’altro che di trascurabile portata. Per cui, mentre i Pallotta’s attendono trepidanti la fumata bianca, il rischio di cancellare per la seconda volta un matrimonio già pronto, è reale. Perché, a ben vedere, Allegri è Allegri. Ma anche il suo contrario.