La penna degli Altri 14/05/2013 09:31

«Cori razzisti inaccettabili»


CONDANNE - Ma non si può confinare il problema in una ridotta calcistica. C’è un veleno, per quanto minoritario, che attraversa il Paese e che si manifesta in diverse forme e diversi luoghi. Compreso lo stadio. Lo sottolinea, ad esempio, il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi: «Da sempre sostengo che è una questione di inciviltà: è una cosa che va affrontata al di fuori del fatto sportivo, è un fatto puramente di cultura». Elogi, ovviamente, per Rocchi, l’arbitro di Milan-Roma, l’uomo che per poco più di un minuto e mezzo ha fermato il gioco «obbligando» i razzisti a tacere. Dice Nicchi: «A termini di regolamento è stato perfetto» . Un apprezzamento condiviso dal presidente federale, Giancarlo Abete che lo formula dai microfoni di Gr Parlamento-La politica nel pallone. Ma Nicchi ci tiene a precisare che oltre quel limite, cioè la sospensione temporanea della gara, il direttore di gara non può andare: «Non ci possiamo assumere responsabilità di ordine pubblico che spettano ad altri». La pensa diversamente il Ct, Cesare Prandelli: «Domenica un segnale, la prossima volta ci sarà l’interruzione della partita» . Il ct non ha dubbi: «Non è un problema di Balotelli ma di credibilità del calcio italiano. Anche i tifosi devono indignarsi davanti a quei cori». Pronto a dare battaglia Boateng, che ha ricevuto ieri il Premio Gentleman. « Il razzismo è una cosa complicata, dobbiamo combatterlo tutti. Negli stadi e per le strade». 


FIGURACCIA - Una cosa è certa: la domenica degli «ululati» non ha lucidato l’immagine del calcio italiano. Il presidente della Fifa, Sepp Blatter, di buon mattino ha scritto un tweet in cui si è dichiarato «sconvolto nel leggere degli insulti razzisti in serie A la scorsa notte». Blatter ha sottolineato che «la questione è complessa, ma siamo impegnati ad agire, non solo a parole» . Al momento, le scelte più chiare sono arrivate dalla Uefa che ha definito un nuovo quadro di sanzioni. E in questo quadro intende muoversi la giustizia sportiva italiana. (...)