La penna degli Altri 08/05/2013 09:51
Colpo Chievo: Olimpico casa degli sprechi
Lo sperimentatore Ad Andreazzoli piace stupire. Eccolo allora prendere la Roma che ha asfaltato il Siena (4-0) ed espugnato con onore Firenze (1-0) e smontarla. Nel modulo, che passa dal funzionale 4-2-3-1 al 3-4-1-2 abbandonato da ormai cinque giornate, e negli uomini. Oltre a Balzaretti squalificato e alla alternanza tra Destro che torna titolare e Lamela, restano senza un motivo plausibile fuori, cioè in panchina, Torosidis, Florenzi e Bradley. Al loro posto Piris,Dodò e Pjanic, che a Firenze era subentrato a Lamela. In un colpo solo, difesa a parte dove dallinizio torna Marquinhos, lintera classe operaia della Roma, quella capace di reggere dinamicamente e fisicamente i tre davanti che non tornano, viene messa a guardare. Boh! Lintenzione deve essere quella di testare da laterali di centrocampo Piris e Dodò, due pesi leggeri dalle indubbie qualità tecniche e dagli altrettanto evidenti limiti in fase di copertura e di tenuta. Un errore grosso così.
Saggio Corini Il Chievo di Corini, che ha perso per lultimo spicchio di campionato Pellissier e Paloschi e che davanti si arrangia con lelegante ma impalpabile Stoian vicino al decisivo Thereau, ha in testa una sola cosa. Non prenderle. La difesa a tre, coi lunghi Papp, Dainelli e Andreolli che rispediscono al mittente ogni tipo di pallone alto (la Roma collezionerà 17 inutili corner, come nell 1-1 col Pescara), passa a cinque non appena Frey e Dramè, i dirimpettai di Dodò e Piris, navvertono la necessità. Avviene poche volte e le parate importanti di Puggioni saranno solo tre: su Osvaldo, Totti (che poi scheggerà la traversa con un tiro deviato) e Destro.
Autodenuncia Andreazzoli si autodenuncia nel secondo tempo: fuori Piris, Pjanic e Destro, dentro Florenzi, Lamela e Bradley tra il minuto 10 e 32.Ma la Roma perduta non sarà capace di ritrovarsi, sempre più lunga e sempre meno incisiva. Corini intuisce e provvede. I subentrati Sardo, Seymour e Vacek hanno gamba e voglia di provarci, e nelle praterie che si aprono loro davanti arriva il contropiede decisivo sullasse Dramè- Thereau, che Dodo, in campo ma sfiatato da un pezzo, si limita ad osservare insieme a Castan. Finisce in un mare di fischi. Ma questa volta non sono riservati ad Andreotti.