La penna degli Altri 15/05/2013 10:49

Blatter: «Mano troppo leggera»

E tra pochi giorni, infatti, il prossimo congresso della Fifa introdurrà norme più severe che obbligheranno tutte le federazioni a punire episodi di razzismo: «Entro un paio di settimane celebreremo il nostro Congresso Fifa, e cercheremo di trovare una risoluzione che sia vincolante per tutti. Prevederà sanzioni che dovranno essere applicate in tutto il mondo» annuncia lo stesso Blatter, il cui richiamo è «per un po’ più di disciplina e rispetto».

Pronta la risposta di Giancarlo Abete: «Troppo poco? Le norme stanno cambiando: ora sono queste e noi rispettiamo l’autonomia della giustizia sportiva. Pensiamo di chiudere lo stadio per settori per arrivare alla chiusura totale in base alla gravità. L’Uefa si è già mossa da mesi, l’esecutivo ha varato nuove norme contro il razzismo che saranno approvate dal congresso: se Blatter ci scriverà risponderemo».

Ribatte invece Kevin Prince Boateng: «La sanzione data alla Roma è troppo leggera, Blatter ha ragione. L’episodio avvenuto domenica è davvero triste» ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport il giocatore del Milan, colpito dai "buu" razzisti durante la sfida contro la Roma. E aggiunge: «Ho sentito i fischi e sono andato a parlare con l’arbitro, che ha scelto bene di interrompere la partita, è stato un gesto giusto. E’ necessario un segnale forte per combattere la piaga del razzismo».

Il commento di Giovanni Malagò è sulla stessa lunghezza d’onda: «Quanto accaduto a San Siro mi amareggia molto. Abbiamo davanti la finale di Coppa Italia e dobbiamo dare il buon esempio. Si rischia di tirare troppo la corda e di creare delle dinamiche di autolesionismo assoluto» ha detto a margine della Giunta del Comitato Olimpico il presidente del Coni. E aggiunge, in accordo con il Ct della Nazionale Prandelli: «Al prossimo episodio di razzismo sugli spalti il match dovrà essere interrotto». «Parlare nel 2013 di colore della pelle mi fa venire i brividi».

La critica di Damiano Tommasi è dura: «Credo che siamo maturi per capire che siano fuori luogo, ma è anche il sintomo che si va allo stadio per altro. Purtroppo dentro alla stadio si fanno cose che fuori non si fanno o che fuori sarebbero punite. Bisogna capire che dentro uno stadio certe cose non si possono fare e invece premiare chi dentro si comporta bene. Non è pensabile, infatti, che chi si comporta bene o le stesse squadre debbano uscire dal campo per colpa di pochi». Il presidente dell’Assocalciatori, poi, pur riconoscendo che in fatto di razzismo «il calcio non è l’unico dei problemi», ha sottolineato come «il calcio abbia la responsabilità di dare messaggi positivi anche ad altre manifestazioni, perché un evento televisivo o lo sport spesso sono presi a pretesto per diventare protagonisti e finire sui giornali»